Italia al top per aspettativa di vita, ma il sistema sanitario è sotto pressione
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Tra il 2013 e il 2023 nell’Unione Europea sono stati riconosciuti 40.538 casi di tumori di origine professionale. Lo rende noto Eurostat, l’ufficio statistico dell’UE, in un articolo pubblicato oggi che approfondisce i dati sulle malattie professionali. Nel solo 2023, i casi riconosciuti sono stati 3.500, con un aumento di 191 unità rispetto all’anno precedente (3.309).
Si definiscono “tumori professionali” quelli causati dall’esposizione a fattori cancerogeni nell’ambiente di lavoro, generalmente per un’esposizione di lungo periodo. Molti di questi casi si manifestano a distanza di molti anni, anche dopo 40, dalla prima esposizione.
Un’analisi più dettagliata dei dati dell’ultimo decennio rivela una predominanza netta di due tipologie di cancro: il carcinoma polmonare (16.499 casi) e il mesotelioma (16.469 casi), una neoplasia strettamente legata all’esposizione all’amianto che colpisce il mesotelio, il tessuto che riveste gli organi interni. Insieme, queste due forme tumorali rappresentano ben l’81,3% di tutti i nuovi casi di tumore professionale riconosciuti nel periodo considerato. Al terzo posto si colloca il carcinoma della vescica, con 2.696 casi.
Le cifre relative agli anni 2020 (3.094 casi), 2021 (3.258) e 2022 (3.309) risultano inferiori alla media annua del periodo 2013-2019, che era di 3.909 casi all’anno. Eurostat ipotizza che questo calo possa essere legato all’impatto della pandemia globale sia sugli ambienti di lavoro che sui sistemi sanitari.