Oms “Salute per tutti” sarà al centro della 76ª Assemblea Mondiale

Salvare vite umane, guidare la salute per tutti”, è questo lo slogan/obiettivo scelto come titolo per la 76esima Assemblea Mondiale dell’Oms che si apre oggi a Ginevra e che vedrà i rappresentanti dei 194 Paesi membri dell’organizzazione discutere insieme fino al 30 giugno modalità e tempi per resettare l’agenda della salute globale dopo tre anni di pandemia.

Nonostante la grande partecipazione (praticamente ci sono tutti i Paesi del mondo) e le grandi dichiarazioni di intenti che caratterizzano da sempre l’Oms e i suoi programmi sarebbe ipocrita negare come questo appuntamento sia da tempo poco seguito dai media mainstream.

Una motivazione sta probabilmente nella vastità dei temi affrontati e del loro trattamento in decine e decine di appuntamenti con annessi gruppi di lavoro e discussioni sugli aspetti più disparati inerenti la salute umana e non solo.

Del resto lo stile e la prassi sono questi da sempre, con un’agenda/ordine del giorno che sembra non avere il minimo interesse alla sensibilità dei media e soprattutto alle nuove modalità di comunicazione imperanti che necessitano di sintesi estreme e di temi “forti” e facilmente traducibili in titoli ad effetto per l’opinione pubblica.

Certamente nei primi tempi della pandemia e almeno fino alla fase delle grandi campagne di vaccinazione, l’Oms ha goduto di attenzioni mediatiche fuori norma ma è stata un’eccezione, che tra l’altro non ha riguardato solo l’Oms ma tutti gli organismi internazionali e nazionali preposti alla lotta al Covid.

Oggi che la pandemia è uscita da tempo dal radar mediatico, l’Oms con i suoi slogan ambiziosi (ma forse troppo roboanti) è tornata in ombra e, nonostante i numeri che periodicamente ci fornisce sulle enormi disparità nella tutela della salute tuttora presenti e aggravate proprio dalla pandemia, target come quello della “salute per tutti” lanciato per la prima volta ad Alma Ata nel 1978 con l’obiettivo di raggiugerla entro il 2000 rilanciato ora da questa 76esima Assemblea mondiale, non scaldano più gli animi.

Ma l’Oms non demorde, e forte comunque del suo status di ente sovranazionale al momento mai messo seriamente in discussione (a parte alcuni momenti e alcune fasi limitate però nel tempo e nella loro portata tra le quali forse la più eclatante fu l’annuncio di Trump nel 2020 della possibile decisione degli Usa di uscire dall’Oms a seguito della gestione Covid nei confronti della Cina, decisione poi revocata da Biden) e con un budget biennale di quasi 7 miliardi dollari, continua nella sua politica di promozione della salute con uno sguardo sempre molto attento alla parte più povera del pianeta.

La sessione di quest’anno dell’Assemblea mondiale della sanità, è la stessa Oms a scriverlo, “determinerà il futuro immediato e a più lungo termine dell’OMS, a partire dal budget del programma per i prossimi due anni, alle decisioni chiave sul finanziamento sostenibile dell’Organizzazione e ai cambiamenti messi in atto per migliorare i processi decisionali e le responsabilità dell’OMS”.

“Mentre celebriamo il 75° anniversario dell’OMS, possiamo essere orgogliosi dei nostri traguardi passati, ma dobbiamo essere consapevoli delle lezioni apprese e creare un futuro in cui ogni persona abbia accesso alla salute servizi di cui hanno bisogno”, ha affermato il direttore generale, il dott. Tedros Adhanom Ghebreyesus.

“Ciò significa – ha aggiunto – rafforzare l’architettura globale per la preparazione, la risposta e la resilienza alle emergenze sanitarie, sostenere i paesi sulla strada della copertura sanitaria universale e costruire un’OMS più forte, finanziata in modo sostenibile e responsabile”.

Al di là delle dichiarazioni generali in questa 76esima assemblea sono comunque attese discussioni e decisioni chiave su:

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