Persone sfollate e disturbi dell’umore: revisione

Nel corso dell’ultimo decennio, il numero di persone sfollate non solo è cresciuto in modo significativo in tutto il mondo, ma si prevede anche che tale fenomeno aumenterà ulteriormente con l’accentuarsi dell’instabilità globale. I problemi di salute mentale associati all’esperienza di dover abbandonare la propria casa e cercare di costruirsi una nuova vita in un Paese ospitante richiedono una comprensione approfondita e interventi mirati.

La prevalenza dei disturbi d’ansia e dell’umore, incluso lo stress post-traumatico, sembra essere più elevata tra le popolazioni sfollate rispetto a quella dei residenti nel Paese ospitante. Questo dato trova riscontro in vari studi e mette in evidenza come gli eventi traumatici vissuti nel Paese d’origine e durante la fuga contribuiscano alla gravità dei sintomi. Inoltre, fattori come l’isolamento, la discriminazione e il basso supporto sociale vissuti nella Nazione di arrivo, amplificano ulteriormente l’entità dei disturbi. È però importante sottolineare che esistono importanti attività, sia degli operatori a livello individuale, sia a livello istituzionale, che hanno dimostrato di poter avere successo.

Sebbene ci siano molte possibilità di realizzare interventi efficaci a favore degli sfollati, implementarli su una scala adeguata alle dimensioni del problema rimane una sfida. È comunque imperativo continuare a sviluppare e a implementare strategie sostenibili per affrontare le grandi difficoltà presenti in tutto il mondo legate alla salute mentale delle persone sfollate. 

Fonte: Curr Opin Psychiatry. 2024

https://journals.lww.com/co-psychiatry/abstract/2024/01000/anxiety_and_mood_disorders_in_forcibly_displaced.5.aspx

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