Profilassi della TEV negli esiti della chirurgia oncologica mammaria

07.04.2025 | Popular Science
Intervento chirurgico

L’uso routinario della profilassi per la tromboembolia venosa (VTE) nella chirurgia oncologica della mammella ha causato un sostanziale contrasto tra operatori senologi in tutto il mondo. Un gruppo di ricercatori ha eseguito una revisione sistematica e una meta-analisi con la finalità di valutare l’uso della profilassi VTE negli esiti della chirurgia del cancro mammario.

È stata condotta una ricerca completa in diverse banche dati alla ricerca di tutti i lavori comparativi che hanno descritto il ruolo della profilassi VTE nella chirurgia del cancro della mammella.

Il team ha incluso gli studi che hanno riportato sia gli esiti postoperatori in pazienti che hanno ricevuto profilassi VTE (profilassi) sia in quelli che non l’hanno ricevuta (nessuna profilassi). È stata utilizzata una meta-analisi con modello a effetti casuali per analizzare gli esiti chiave con i dati presentati come odds ratio (OR).

Alla fine, gli esperti hanno selezionato 6 documenti, per un totale di 2470 pazienti, che sono stati inclusi nello studio. Tra questi, il 60,9% (n: 1504) ha ricevuto profilassi. Il tasso di ematomi è dello 0,05% (n: 133) e tale incidenza è stata associata in modo significativo all’uso della profilassi (6,85% contro 3,11%, p: 0,001).

 Non vi è stata invece nessuna differenza negli eventi VTE tra i due gruppi (0,26% contro 0,36%, p:0,88).

Gli Autori concludono che l’impiego della profilassi VTE nella chirurgia oncologica della mammella è associato a un aumento degli ematomi senza alcun beneficio nella prevenzione degli eventi VTE. Potrebbero essere utili futuri studi che esaminino l’uso di strumenti di valutazione del rischio per la profilassi VTE in pazienti ad alto rischio.

Fonte: Breast J. 2025

https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1155/tbj/9898596

IT-NON-12064-W-04/2027

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