Progressi nelle tecniche di diagnostica per immagini della fibrosi renale

La fibrosi renale è un cambiamento patologico irreversibile e allarmante e rappresenta un segno di progressione della malattia renale cronica (CKD). La diagnosi accurata della fibrosi renale viene posta dalla biopsia renale, ampiamente utilizzata, ma questa modalità diagnostica è invasiva e può facilmente comportare errori di campionamento. Con lo sviluppo delle tecniche di imaging, un numero crescente di modalità non invasive di questo genere, ad esempio la risonanza magnetica (RM) e l’elastografia a ultrasuoni, hanno guadagnato terreno nel settore diagnostico della fibrosi renale.  In questa revisione vengono sottolineati i recenti progressi di queste tecniche di imaging non invasivo ed è offerta ai medici una prospettiva aggiornata sulla valutazione della fibrosi renale.

In base alla loro capacità di rilevare i cambiamenti della rigidità del tessuto e della diffusione delle molecole d’acqua, l’elastografia a ultrasuoni e alcune tecniche di RM possono infatti valutare indirettamente il grado di fibrosi. Anche il peggioramento dell’ossigenazione e della perfusione del tessuto renale, misurato separatamente dalla risonanza magnetica, è un riflesso indiretto della fibrosi renale. Inoltre, in futuro, potrebbero essere disponibili indici oggettivi e quantitativi della fibrosi utilizzando nuove tecniche, tra queste l’imaging fotoacustico e la microscopia a fluorescenza. Tuttavia, queste ultime sono suscettibili di interferenze o potrebbero non essere convenienti. Infine, a causa della mancanza di sufficiente specificità e sensibilità, tali modalità di diagnostica per immagini non vengono attualmente accettate e neppure proposte dalla maggior parte dei medici. Per superare questi ostacoli sono quindi necessari ulteriori ricerche tecnologiche e studi più approfonditi.

Fonte : Ren Fail. 2023

https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/0886022X.2023.2171887

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