Reinterventi di colectomia: la tecnica laparoscopica offre comunque vantaggi

Utilizzare la laparoscopia per i reinterventi dovuti a complicanze maggiori nei pazienti sottoposti a colectomia sinistra laparoscopica continua a offrire i benefici clinici generalmente legati alla chirurgia mininvasiva rispetto all’intervento a cielo aperto, secondo uno studio pubblicato sul World Journal of Surgery.

“Sebbene la laparoscopia abbia dimostrato applicazioni crescenti sia per le resezioni primarie del colon-retto che per i reinterventi, non abbiamo criteri standardizzati per l’implementazione della laparoscopia nella chirurgia revisionale. Per colmare questa lacuna abbiamo analizzato una serie di complicanze maggiori in pazienti sottoposti a chirurgia laparoscopica del colon-retto o a reinterventi a cielo aperto in conformità con una gestione istituzionale basata sull’emodinamica” spiegano gli autori, guidati da Francesco Puccetti, dell’IRCCS Istituto Scientifico San Raffaele e dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.

I ricercatori hanno analizzato retrospettivamente una serie di pazienti consecutivi sottoposti a colectomia sinistra laparoscopica o a resezione anteriore bassa in un centro di riferimento terziario tra il 2016 e il 2021. Le complicanze maggiori che richiedevano un reintervento (MCR) sono state gestite attraverso un protocollo interdisciplinare e sottoposte a reintervento secondo all’emodinamica del paziente e alla contaminazione intra-addominale. Un’analisi di coorte ha valutato i tassi di fallimento del trattamento (vale a dire, mortalità a 90 giorni e necessità di ulteriori interventi chirurgici), mentre la morbilità postoperatoria è stata esaminata secondariamente.

Su 1.137 resezioni colorettali laparoscopiche, 497 pazienti soddisfacevano i criteri di ammissibilità, e 45 (9,1%) MCR sono stati gestiti secondo il protocollo interdisciplinare standardizzato. L’intervento di revisione è stato eseguito tramite LR (66,7%) o in aperto (33,3%). Il fallimento del trattamento è stato complessivamente del 13,3%, compresi ulteriori interventi chirurgici (11,1%) e mortalità a 90 giorni (6,6%) dopo il reintervento. Sia negli MCR complessivi che in quelli specifici delle perdite anastomotiche, la laparoscopia ha ridotto al minimo la durata della degenza ospedaliera, la morbilità postoperatoria e l’intensità della cura.

Fonte: World J Surg. 2024

https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/wjs.12200

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