Pnrr Salute. Schillaci: “Siamo in linea con gli obiettivi del piano”
Un piano d'azione dell'Unione europea volto a rafforzare la cybersicurezza degli ospedali e dei prestatori di assistenza sanitaria. […]
Una ricerca pubblicata da Nature Communications e guidata da Thomas Schreiner, della Ludwig-Maximilians-Universitat di Monaco di Baviera, ha approfondito in che modo il sonno influisce sulla memoria, trovando un legame tra la respirazione e l’insorgenza di determinati schemi di attività cerebrale nel sonno, associati alla riattivazione della memoria. Le evidenze indicano che potrebbero esservi conseguenze negative di una respirazione non corretta sulla memoria.
I ricercatori hanno mostrato a 20 partecipanti 120 immagini nel corso di due sessioni. Tutte le immagini erano associate a determinate parole. Successivamente, i partecipanti hanno dormito per circa due ore nel laboratorio del sonno. Al risveglio, ai partecipanti è stato chiesto di riferire le immagini che avevano memorizzato. Nel corso delle sessioni e del sonno, i partecipanti, inoltre, sono stati sottoposti a elettroencefalogramma per registrare l’attività cerebrale, oltre che a una valutazione della respirazione.
Il team ha scoperto, così, che i contenuti precedentemente visionati venivano riattivati spontaneamente dal cervello durante il sonno in corrispondenza delle cosiddette oscillazioni lente e picchi di sonno, brevi fasi di aumentata attività cerebrale. Andando ad analizzare i dati in relazione alla respirazione registrata, inoltre, i ricercatori sono riusciti a stabilire una connessione tra questi due eventi.
“Il nostro respiro influenza il modo in cui i ricordi si consolidano durante il sonno”, spiega Schreiner, “Sebbene altri studi abbiano già stabilito una connessione tra respirazione e cognizione durante la veglia, il nostro lavoro chiarisce che la respirazione è importante anche per l’elaborazione della memoria durante il sonno”.
Fonte: Nature Communications 2023
https://www.nature.com/articles/s41467-023-43450-5
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