Ruolo della farmacogenomica nella gestione dei disturbi dell’umore: revisione

A causa della natura cronica e recidivante dei disturbi mentali, unitamente all’aumento dell’aspettativa di vita, l’onere sociale derivante da queste malattie è destinato a crescere ulteriormente. Nonostante l’esistenza di trattamenti per condizioni come, ad esempio, la depressione, i risultati rimangono limitati a causa della varietà (genetica) dei pazienti, della scarsa adesione alle terapie e dei comuni effetti collaterali. Solo un terzo circa delle persone risponde positivamente alle terapie attualmente disponibili e l’approccio alla scelta dei farmaci in psichiatria è in gran parte basato su una procedura empirica che dipende principalmente dall’esperienza dei medici.

Per questo motivo, la farmacogenetica (PGx) può rivestire un ruolo fondamentale in questo processo. La PGx si concentra sui fattori genetici che influenzano l’assorbimento, il metabolismo e il trasporto dei farmaci. Attraverso studi condotti su pazienti depressi, si è dimostrato che la genotipizzazione degli enzimi coinvolti nel metabolismo dei farmaci può migliorare notevolmente l’efficacia del trattamento portando benefici a milioni di pazienti in tutto il mondo.

Questa revisione mette in luce tali studi offrendo raccomandazioni e prospettive future per l’adozione dei test PGx. Gli Autori consigliano di considerare la genotipizzazione di enzimi specifici, il CYP2D6 e il CYP2C19, specialmente quando si riscontrano effetti collaterali o quando la terapia risulta inefficace.

Fonte: J Pers Med. 2023

https://www.mdpi.com/2075-4426/13/7/1183

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