
APOM e il rischio cardiovascolare nei pazienti con malattia renale cronica
La malattia cardiovascolare rappresenta la principale causa di mortalità nei pazienti con malattia renale cronica (CKD). L’apolipoproteina M (APOM) svolge […]
Il trattamento delle lesioni coronariche gravemente calcifiche mediante intervento coronarico percutaneo (PCI) rappresenta una sfida clinica significativa a causa della difficoltà nell’espansione adeguata dello stent e dei risultati clinici spesso insoddisfacenti. Negli ultimi anni sono stati sviluppati diversi dispositivi e tecniche per la modifica del calcio e la preparazione delle lesioni, tra cui la litotrissia intravascolare (IVL), una tecnologia innovativa. Sebbene numerosi studi osservazionali abbiano esaminato l’efficacia di questa tecnica, mancano prove da studi randomizzati che valutino gli esiti clinici della IVL rispetto ad altre tecniche disponibili.
Un articolo pubblicato sull’American Heart Journal presenta design e obiettivi del trial ISAR-WAVE (Intravascular Lithotripsy for Severe Calcified Coronary Lesions), che si propone di colmare questa lacuna. Si tratta di uno studio multicentrico, prospettico, randomizzato e controllato in singolo cieco, che coinvolgerà 666 pazienti. Lo scopo è verificare se l’IVL offre prestazioni cliniche superiori rispetto ad altre tecniche di modifica del calcio, come l’uso di palloni modificati o a pressione ultra-altra e dispositivi aterotomi, in pazienti con lesioni coronariche gravemente calcificate di nuova diagnosi.
L’endpoint primario dello studio è rappresentato da un composito di eventi cardiaci e cerebrovascolari maggiori, inclusi decesso, infarto miocardico non fatale, ictus non fatale e rivascolarizzazione del vaso target clinicamente indicata a 12 mesi. Tra gli endpoint secondari, lo studio esaminerà la sicurezza, la qualità della vita e l’efficacia in termini di costi delle tecniche confrontate.
Fonte: American Heart Journal
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0002870324003375?via%3Dihub
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