Vitamina D nella prevenzione delle infezioni in bambini 0-5 anni

La vitamina D svolge un ruolo importante nella funzione immunitaria e la sua carenza è stata associata a diverse infezioni, in particolare quelle del tratto respiratorio. Tuttavia, i dati provenienti da studi che hanno valutato l’effetto sulle infezioni dell’integrazione di vitamina D ad alte dosi sono finora inconcludenti.

Un’equipe di ricercatori ha condotto un’indagine con lo scopo di valutare il livello di evidenza riguardante l’efficacia della supplementazione di vitamina D in dose superiore allo standard (400 UI) nel prevenire le infezioni in bambini apparentemente sani < 5 anni di età.

Sono stati esplorati i database elettronici PubMed, Scopus, Science Direct, Web of Science, Google Scholar, CINAHL e MEDLINE alla ricerca di lavori pubblicati tra il mese di agosto e di novembre del 2022 e, alla fine, sono stati selezionati sette studi, per un totale di 5.748 bambini che hanno soddisfatto i criteri di inclusione.

Gli esperti hanno eseguito la meta-analisi dei risultati utilizzando il software Review Manager mentre l’eterogeneità è stata valutata utilizzando la statistica I2. Gli odds ratio (OR) con IC al 95% sono stati calcolati utilizzando modelli a effetti casuali e fissi. Non è stato riscontrato alcun effetto significativo dell’integrazione di vitamina D ad alte dosi sull’incidenza delle infezioni del tratto respiratorio superiore (OR, 0,83; IC al 95%, 0,62-1,10). È stata invece osservata, con integrazione giornaliera di vitamina D > 1000 UI, una riduzione del 57% (IC 95%, 0,30-0,61), del 56% (IC 95%, 0,27-0,07) e del 59% (IC 95%, 0,26-0,65) delle probabilità di influenza/raffreddore, tosse e febbre, rispettivamente. Non è stato riscontrato alcun effetto su bronchite, otite media, diarrea/gastroenterite, visite di assistenza primaria per infezioni, ricoveri o mortalità.

Gli Autori concludono che l’integrazione di vitamina D ad alte dosi non ha fornito alcun beneficio nella prevenzione delle infezioni del tratto respiratorio superiore (moderata certezza dell’evidenza), ma ha ridotto l’incidenza di influenza/raffreddore (moderata certezza dell’evidenza), tosse e febbre (bassa certezza dell’evidenza). Questi risultati si basano su un numero limitato di studi e devono essere interpretati con cautela. Sono quindi necessarie ulteriori ricerche.

Fonte: Nutr Rev. 2024

https://academic.oup.com/nutritionreviews/article/82/5/579/7222351?login=false

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