Ruolo dei metalli nel sangue nella diagnosi e progressione delle malattie cardiovascolari

La relazione tra livelli di metalli nel sangue e malattie cardiovascolari (CVD) è un ambito di ricerca emergente, ma studi che considerano le combinazioni di metalli e il loro impatto sulle CVD sono ancora limitati. Uno studio pubblicato su Frontiers in Cardiovascular Medicine ha utilizzato i dati del National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) (2011-2020) per analizzare il ruolo specifico dei metalli nel sangue e sviluppare un modello predittivo per distinguere tra individui sani e pazienti con CVD.

Sono stati analizzati i dati di 23.448 partecipanti, suddivisi in gruppi CVD (n=2.676; 11,41%) e Non-CVD (n=20.772; 88,59%). L’analisi di regressione logistica ha evidenziato un’associazione significativa tra livelli elevati di piombo nel sangue e maggiori probabilità di sviluppare CVD [OR=13,545 (95% CI: 8,470–21,662), P<0,001]. Sebbene questa associazione si attenuasse nei modelli aggiustati, il piombo è emerso come il fattore più rilevante nel distinguere i pazienti con CVD, secondo il modello di random forest.

Anche il cadmio ha mostrato un ruolo importante: l’analisi logistica ha rilevato un aumento del rischio di CVD [OR=1,029 (95% CI: 1,022–1,035), P<0,001], che è cresciuto ulteriormente dopo aggiustamenti per età, genere, BMI, etnia e istruzione [OR=1,041 (95% CI: 1,032–1,049), P<0,001]. In contrasto, il selenio sembra agire come fattore protettivo contro le CVD, con odds ratio inferiori sia nei modelli grezzi che in quelli aggiustati (OR=0,650 e OR=0,786, rispettivamente).

Lo studio ha inoltre sviluppato un modello predittivo basato su indici clinici e livelli di metalli nel sangue, con un’area sotto la curva (AUC) di 0,91, dimostrando un’elevata accuratezza nel distinguere tra individui con e senza CVD.

Questi risultati sottolineano l’importanza dei metalli nel sangue non solo come marcatori di rischio ma anche come potenziali strumenti diagnostici. Identificare e monitorare i livelli di piombo, cadmio e selenio potrebbe favorire una diagnosi precoce e migliorare la gestione delle CVD.

Fonte: Front. Cardiovasc. Med 2024 Sec. Cardiovascular Epidemiology and Prevention

https://www.frontiersin.org/journals/cardiovascular-medicine/articles/10.3389/fcvm.2024.1479665/full

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