
I batteri utilizzavano l’ossigeno già prima di imparare a produrlo
Secondo una ricerca pubblicata da Science, alcuni batteri avrebbero iniziato a utilizzare l’ossigeno molto prima di sviluppare la capacità di […]
Un gruppo di scienziati guidato da Oliver Cornely, dell’Università di Colonia, in Germania, ha aggiornato le raccomandazioni per la gestione delle infezioni da Candida. L’aggiornamento è stato pubblicato su The Lancet Infectious Diseases.
Secondo gli autori, la candidemia e altre forme di candidosi invasiva colpiscono principalmente pazienti immunodepressi o gravemente malati. Al contrario, le forme mucocutanee di candidosi, come il mughetto orale e la candidosi vulvovaginale, possono verificarsi in individui sani. Sebbene la candidosi mucocutanea non sia pericolosa per la vita, può causare notevole disagio, infezioni ricorrenti e complicazioni, in particolare nei pazienti con comorbilità. Accanto a questo, l’aumento delle infezioni da Candida difficili da trattare pone gravi rischi per la salute globale e le recenti riclassificazioni delle specie di Candida hanno causato potenzialmente confusione nella pratica clinica.
L’aggiornamento delle linee guida evidenzia che le specie di Candida sono i principali patogeni fungini, che causano infezioni sia superficiali che invasive nei pazienti a rischio, e che la microscopia convenzionale e i metodi basati sulla coltura restano il pilastro della diagnosi di infezioni, sia superficiali che invasive. I biomarker e le tecniche di diagnosi molecolare, invece, sono utili in determinati contesti clinici, ma mancano dati affidabili a supporto del loro utilizzo in altre situazioni. Oltre alle evidenze sul trattamento, poi, gli autori sottolineano l’importanza dell’integrazione di misure di gestione antimicotica nei sistemi sanitari, per migliorare l’aderenza alle linee guida e garantire un uso appropriato degli antimicotici.
Fonte: Lancet Infect 2025
https://www.thelancet.com/journals/laninf/article/PIIS1473-3099(24)00749-7/fulltext
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