Biomarcatori cardiaci elevati associati a maggior rischio oncologico

Uno studio pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology ha rivelato una significativa associazione tra livelli elevati di biomarcatori cardiaci e l’insorgenza futura di tumori. I ricercatori hanno analizzato i dati della coorte MESA (Multi-Ethnic Study of Atherosclerosis), includendo 6.244 partecipanti inizialmente privi di patologie cardiovascolari e cancro. L’obiettivo era determinare se i livelli basali di troponina cardiaca T ad alta sensibilità (hs-cTnT) e del peptide natriuretico cerebrale N-terminal pro-B (NT-proBNP) fossero predittivi di rischio oncologico a lungo termine.

Nel corso di un follow-up mediano di 17,8 anni, sono stati registrati 820 casi di cancro, con un’incidenza di 91,2 casi ogni 10.000 persone-anno. L’analisi ha mostrato che livelli più alti di hs-cTnT e NT-proBNP, in particolare nel quartile superiore della distribuzione, erano correlati a un aumento dell’incidenza di tutti i tipi di cancro. Dopo l’aggiustamento per variabili confondenti, i due biomarcatori si sono confermati significativamente associati al rischio oncologico: ogni deviazione standard in più di hs-cTnT era associata a un incremento del rischio del 18% (HR: 1,18; IC 95%: 1,09–1,27; P < 0,001), mentre per NT-proBNP il rischio risultava più che raddoppiato (HR: 2,41; IC 95%: 1,30–4,49; P = 0,006).

L’analisi ha inoltre escluso variazioni significative nelle associazioni in base al sesso o all’etnia, indicando che questi biomarcatori potrebbero avere un ruolo universale nella predizione oncologica. Questo studio evidenzia l’importanza del monitoraggio dei biomarcatori cardiaci non solo in ottica cardiovascolare, ma anche come potenziali indicatori precoci di rischio neoplastico.

Fonte: JACC Adv. 2025

https://doi.org/10.1016/j.jacadv.2025.101884

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