Fattori di rischio per infezioni del polmone in pazienti con cancro polmonare non a piccole cellule
Un’equipe di ricercatori ha svolto un’indagine con lo scopo di valutare e di esaminare le variabili di rischio associate alle […]
I ricercatori della Saint Louis University School of Medicine (USA) hanno studiato le differenze nelle risposte delle cellule T tra pazienti maschi e femmine affetti da cancro ai polmoni, evidenziando come queste cellule immunitarie che infiltrano i tumori nelle donne siano fortemente attivate e pronte a identificare le cellule tumorali e a ucciderle, in misura più evidente ed efficace rispetto agli uomini. Lo studio, pubblicato da Cancer Immunology Research, è stata coordinato da Elise Alspach.
Le cellule T fanno parte del sistema immunitario adattativo, che monitora i pericoli per l’organismo combattendoli con “difese personalizzate”. Giacché alcuni pazienti sembrano avere risposte delle cellule T migliori di altri – e considerando che non tutti rispondono bene alle immunoterapie oncologiche – Alspach e colleghi hanno cercato di approfondire le ragioni di questa differenza.
Attraverso il sequenziamento dell’RNA a cellula singola di set di dati umani, il team ha osservato che la proteina CXCL13 – recentemente collegata alla risposta all’immunoterapia nei pazienti in uno studio pubblicato da Cancer Immunology Research – è espressa a livelli più alti nelle donne che negli uomini. Inoltre, l’espressione di CXCL13 è un marker della risposta all’immunoterapia più attendibile nelle donne che negli uomini.
Fonte: Cancer Immunology Research 2024
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