Diabete di tipo 2. In Italia ne soffrono quasi 4 mln di persone. La Relazione al Parlamento
13.10.2023 | Quotidiano Sanità
Gli italiani affetti da diabete tipo 2 sono circa il 6% della popolazione, cioè quasi 4 milioni di persone. Si stima, tuttavia, che a questo numero possa aggiungersi circa 1,5 milione di persone affette da malattia non ancora diagnosticata.
Questa in estrema sintesi la fotografia scattata dalla Relazione al Parlamento 2022 sullo stato delle conoscenze e delle nuove acquisizioni in tema di diabete mellito, elaborata dal Ministero della Salute, come previsto dalla legge 16 marzo 1987, n. 115, e trasmessa al Parlamento il 28 luglio scorso.
Le persone affette da diabete, si legge nella Relazione, presentano un rischio elevato di complicanze macrovascolari, ovvero di malattie cerebro e cardio-vascolari, rispetto alla popolazione non diabetica e, in generale, hanno un’aspettativa di vita ridotta, qualunque sia l’età di esordio della malattia, rispetto alla popolazione non affetta. Fra le complicanze microvascolari, la retinopatia diabetica rappresenta la maggiore causa di cecità tra gli adulti e la nefropatia diabetica è la principale causa di insufficienza renale cronica e dialisi.
Il diabete, come altre malattie croniche, pur essendo in parte prevenibile è più diffuso tra i gruppi socialmente sfavoriti, poiché fattori legati al contesto socioeconomico, alle condizioni di vita e di lavoro nonché fattori psicosociali assumono un ruolo rilevante nella storia naturale della patologia.
E la genesi delle diseguaglianze, avverte il Ministero, va ricercata già nell’età infantile, in un progressivo e cumulativo squilibrio tra fattori di protezione e fattori di danno per la salute come l’adozione di stili di vita non salutari, quali l’inattività fisica e la sedentarietà, la scorretta alimentazione, il tabagismo, il consumo dannoso e rischioso di alcol.
La grande diffusione del diabete, evidenzia la Relazione, determina quindi la necessità di porre sempre maggiore attenzione alle tematiche della prevenzione primaria e secondaria (attraverso la diagnosi precoce) e alla necessità di migliorare le conoscenze e la consapevolezza delle persone per arginare l’epidemia di diabete nel mondo
I dati italiani. In Italia, nel 2021, in base ai dati Istat si stima una prevalenza del diabete noto pari al 6,3% (6.6% negli uomini, 6.1% nelle donne). In cifre oltre 3,5 milioni di persone, con un trend in progressivo aumento negli ultimi anni.
La prevalenza aumenta al crescere dell’età fino a un valore del 21% nelle persone con età uguale o superiore a 75 anni. La prevalenza è mediamente più bassa nelle Regioni del Nord-ovest (5,6%), del Nord-est (5,4%) e del Centro (5,9%), rispetto a quelle del Sud (7,9%) e delle Isole (7,2%).
Secondo i dati del sistema di sorveglianza Passi 2020-2021, il 4,7% della popolazione adulta di 18-69 anni ha una diagnosi di diabete. La prevalenza del diabete cresce con l’età (è del 2% nelle persone con meno di 50 anni e sfiora il 9% fra quelle di 50-69 anni), è più frequente fra gli uomini che fra le donne (5,1% vs 4,2%), nelle fasce di popolazione socio-economicamente più svantaggiate per istruzione o condizioni economiche (sfiora il 16% fra chi non ha alcun titolo di studio e raggiunge l’8% fra le persone con molte difficoltà economiche),
Nella popolazione con diabete è presente un’alta prevalenza di fattori di rischio cardiovascolare: il 90,6% non segue la regola del 5-a-day (assunzione di 5 porzioni al giorno tra frutta e verdura), il 70,0% è in eccesso ponderale, il 52,9% è iperteso, il 42,3% ha alti livelli di colesterolo, il 46,9% è sedentario e il 21,4% fumatore.
Nei 12 mesi precedenti l’indagine del Pass, la pressione arteriosa è stata misurata dall’89,9% delle persone e il colesterolo dall’81,2%. L’89,7% è in trattamento farmacologico per ipertensione arteriosa e il 67,2% assume farmaci per il trattamento dell’ipercolesterolemia.
Il 63% delle persone con diabete nei 12 mesi precedenti ha effettuato il controllo dell’emoglobina glicata (parametro utile sia per la diagnosi sia per il monitoraggio della gestione della malattia), ma meno di un paziente su tre (31%), fra quelli che conoscono il significato e l’importanza di questo esame, hanno controllato l’emoglobina glicata nei 4 mesi precedenti. Sebbene migliori nel tempo la conoscenza di questo esame quasi il 23% dei diabetici non lo conosce o non ne conosce il significato.
I dati internazionali Secondo l’Oms la prevalenza del diabete mellito è in continuo aumento. Nel 2000, la stima globale di adulti con diabete era pari a 151 milioni. Nel 2009 era cresciuta a 285 milioni. La mortalità nelle persone con diabete è 1,9 volte quella dei non diabetici e per le donne il rapporto sale a 2,6. Il diabete è, inoltre, responsabile di circa il 60% delle amputazioni non traumatiche della gamba secondarie, nell’85% dei casi, alle ulcerazioni del piede, determinate sia dalla vasculopatia micro e macrovascolare sia alle neuropatie periferiche tipiche della patologia, sulle quali si innestano traumi intercorrenti.
L’International Diabetes Federation (Idf), nel 2021, calcola che, nel mondo, 537 milioni di persone tra 20 e 79 anni, circa 1 adulto su 10, siano diabetiche e che un ulteriore 1,2 milioni di bambini e adolescenti (0-19 anni) abbia il diabete di tipo 1. Il numero di adulti con diabete è, inoltre, destinato ad aumentare a 643 milioni nel 2030 e 783 milioni nel 2045. Nel 2021, le morti attribuibili al diabete nel mondo, tra 20 e 79 anni, sono state 6,7 milioni, il 32,6% del totale nei soggetti di età inferiore ai 60 anni.
Nella Regione europea dell’Oms, quasi 62 milioni di persone convivono con il diabete. La prevalenza di questa malattia è in crescita in tutta la Regione, arrivando, in alcuni Stati, a tassi del 10-14%.
Nel 2021, in Europa, oltre 1,1 milioni di decessi sono stati causati dal diabete, che rappresenta la quarta causa di morte nell’Unione Europea. Sempre l’Idf ha calcolato una spesa sanitaria a livello globale per il diabete di 966 miliardi di dollari nel 2021, pari a circa 1.840 dollari per persona, che potrebbe arrivare a circa 1.054 miliardi nel 2045.
Gran parte dei costi sono dovuti al trattamento delle comorbidità e alle ospedalizzazioni. Per di più, il rischio di morte per diabete appare essere maggiore tra gli individui con minori risorse economiche.