Fibrillazione atriale: mappatura elettrografica per un trattamento personalizzato

La fibrillazione atriale (FA) rappresenta una delle aritmie cardiache più comuni, caratterizzata da un’attività elettrica atriale disorganizzata che compromette la funzione di pompaggio del cuore. Tradizionalmente, l’isolamento delle vene polmonari (PVI) è stato il trattamento standard per la FA. Tuttavia, l’efficacia del solo PVI è limitata, soprattutto nei pazienti con FA persistente, con tassi di libertà dalla recidiva di FA che variano dal 50% al 60% a 12 mesi dall’intervento.

Questa limitazione è attribuibile alla natura eterogenea della FA, che può essere sostenuta da meccanismi patologici oltre ai trigger delle vene polmonari, come fonti extrapolmonari, micro-rientri, macro-rientri e anomalie del substrato atriale. Pertanto, è emersa la necessità di strategie di ablazione più mirate, capaci di identificare e trattare le specifiche fonti di FA in ciascun paziente.

Una review pubblicata di recente dalla rivista Current opinion in cardiology sottolinea come, in questo contesto, la mappatura del flusso elettrografico (EGF) si presenti come una tecnica innovativa per visualizzare la propagazione dei fronti d’onda elettrici attraverso gli atri. A differenza delle mappature di fase o di attivazione tradizionali, l’EGF ricostruisce i modelli di depolarizzazione con alta risoluzione spazio-temporale, utilizzando principi derivati dall’ottica e dalla fluidodinamica. Questo approccio consente di identificare con precisione le fonti di FA e di caratterizzare lo stato del substrato atriale, facilitando strategie di ablazione più personalizzate ed efficaci.

Studi preclinici hanno dimostrato che l’EGF è in grado di mappare con precisione la propagazione dei fronti d’onda in condizioni di ritmo sempre più complesso. In modelli animali, l’EGF ha identificato fonti di FA che, una volta ablazionate, hanno portato a un miglioramento significativo degli esiti. In ambito clinico, il trial randomizzato FLOW-AF ha evidenziato che l’ablazione guidata da EGF migliora gli esiti nei pazienti con FA, suggerendo che le proprietà delle mappe EGF possano essere utilizzate per fenotipizzare i pazienti in base ai loro meccanismi di FA e alla probabilità di recidiva.

L’implementazione clinica dell’EGF prevede l’utilizzo di un catetere a basket con 64 poli, che registra i segnali unipolari durante la mappatura a contatto della superficie endocardica atriale. I segnali vengono poi elaborati attraverso algoritmi avanzati che interpolano il potenziale elettrico tra le posizioni degli elettrodi, ricostruendo così la propagazione dei fronti d’onda in tempo reale. Questo processo consente di visualizzare le fonti di FA e di guidare l’ablazione in modo più preciso rispetto alle tecniche tradizionali.

L’adozione dell’EGF potrebbe rivoluzionare il trattamento della FA, offrendo una mappatura dettagliata della propagazione elettrica atriale e permettendo strategie di ablazione più mirate. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per ottimizzare l’utilizzo di questa tecnologia, definire i protocolli operativi standard e valutare l’efficacia a lungo termine nei diversi fenotipi di pazienti con FA.

In conclusione, la mappatura del flusso elettrografico rappresenta una promettente innovazione nel campo dell’elettrofisiologia cardiaca, con il potenziale di migliorare significativamente gli esiti del trattamento nei pazienti affetti da fibrillazione atriale. La sua capacità di identificare con precisione le fonti di FA e di caratterizzare il substrato atriale offre una strada verso interventi più personalizzati ed efficaci, superando le limitazioni delle attuali strategie di ablazione.

 Fonte: Curr Opin Cardiol. 2025

https://journals.lww.com/co-cardiology/fulltext/2025/01000/electrographic_flow_mapping_of_atrial_fibrillation.3.aspx

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