Gestire bene l’ipertiroidismo può evitare la fibrillazione atriale

Valori ridotti di TSH e ipertiroidismo aumentano il rischio di fibrillazione atriale, e l’altezza funge da importante mediatore in queste associazioni, secondo uno studio pubblicato su Heart Rhythm.

“Gli ormoni tiroidei svolgono un ruolo cruciale nella fisiologia cardiovascolare. La disfunzione tiroidea subclinica è stata associata a esiti cardiovascolari avversi ma le prove per quanto riguarda la causalità della relazione sono contrastanti” afferma Weiqiang Ruan, della Sichuan University, Chengdu, Cina, che ha guidato il gruppo di lavoro.

I ricercatori hanno voluto indagare le potenziali associazioni causali tra TSH, tiroxina libera, ipotiroidismo e ipertiroidismo, e gli esiti cardiovascolari, tra cui fibrillazione atriale (FA), malattia coronarica, infarto miocardico, insufficienza cardiaca e ictus ischemico, come così come il loro impatto sulla struttura e sulla funzione cardiaca, indagato mediante risonanza magnetica cardiaca. Per questo hanno portato avanti un’analisi completa di randomizzazione mendeliana (MR) a due campioni, utilizzando dati riepilogativi provenienti da meta-analisi su larga scala di individui di origine europea.

Livelli inferiori di TSH geneticamente determinati e rischio genetico di ipertiroidismo erano fattori associati a un aumento del rischio di fibrillazione atriale. Queste associazioni sono rimaste significative anche dopo aggiustamento per i fattori di rischio cardiovascolare. La colocalizzazione e la MR multivariabile hanno rivelato che l’altezza è un mediatore chiave tra TSH/ipertiroidismo e fibrillazione atriale. Questi risultati sono stati ulteriormente confermati nella coorte indipendente FinnGen. Tuttavia, non è stata trovata alcuna prova chiara della relazione tra la funzione tiroidea e altri esiti cardiovascolari e la struttura e la funzione cardiaca. “La nostra ricerca evidenzia l’importanza dello screening di routine e del trattamento tempestivo della disfunzione tiroidea per ottimizzare la prevenzione e la gestione delle aritmie” concludono gli autori.

Fonte: Heart Rhythm. 2024

https://www.heartrhythmjournal.com/article/S1547-5271(24)02563-3/abstract

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