Cancro uroteliale del tratto urinario superiore: endoscopia versus nefroureterectomia
Il carcinoma uroteliale localizzato del tratto urinario superiore (UTUC) è un tumore raro rilevato tipicamente in uno stadio avanzato. Attualmente, […]
Un gruppo di ricercatori ha condotto una revisione con la finalità di offrire una visione d’insieme del possibile ruolo del microbiota sul carcinoma della prostata. Il nostro organismo ospita una complessa comunità di microrganismi, nota come microbiota, che svolge un ruolo fondamentale nell’equilibrio dell’organismo sia in condizioni normali che durante diverse malattie tra le quali anche il cancro. Studi epidemiologici hanno individuato specifiche specie microbiche, presenti nell’urina e nell’intestino, che sono associate a un aumento del rischio di cancro alla prostata, anche se i dettagli sui meccanismi causali rimangono ancora sfuggenti.
Alcuni di questi studi suggeriscono un collegamento tra la produzione batterica di sostanze genotossiche e la formazione delle fusioni geniche TMPRSS2-ERG, un evento oncogenico comune e precoce nella carcinogenesi prostatica. Inoltre, ricerche più recenti hanno messo in evidenza un certo ruolo del microbiota intestinale nella resistenza endocrina del carcinoma prostatico poiché contribuirebbe alla produzione di ormoni androgeni che alimentano la segnalazione oncogenica attraverso il recettore degli androgeni.
Queste scoperte forniscono un’importante base meccanicistica che collega il microbiota allo sviluppo e alla progressione del cancro alla prostata. Inoltre, aprono potenziali vie per l’individuazione e il trattamento di questa forma tumorale attraverso la profilazione e la modulazione del microbiota stesso. Quest’ultima strategia potrebbe coinvolgere approcci come il trapianto di microbiota fecale, l’uso di prebiotici, probiotici, postbiotici o anche l’utilizzo mirato di antibiotici. Tali metodologie potrebbero essere utilizzate sia singolarmente che in combinazione con le terapie già esistenti allo scopo di contrastare la resistenza ai trattamenti e migliorare gli esiti clinici per questa popolazione di pazienti.
Fonte: Nat Rev Urol. 2023
https://www.nature.com/articles/s41585-023-00795-2
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