Infezioni dello shunt del liquido cerebrospinale per la terapia dell’idrocefalo nei bambini

Gli shunt del liquido cerebrospinale (CSF) rappresentano una pratica comune nella gestione a lungo termine dell’idrocefalo nei bambini. Purtroppo, le infezioni dello shunt rimangono una complicanza frequente perché si verificano in circa il 5% – 15% dei casi. Questa revisione narrativa raccoglie e sintetizza le prove chiave provenienti dalla letteratura recente riguardo all’epidemiologia, alla patogenesi, alla presentazione clinica, alla diagnosi, alla gestione, agli esiti e alla prevenzione delle infezioni dello shunt del liquido cerebrospinale nei bambini.

La maggior parte delle infezioni si verifica a causa di contaminazioni avvenute durante l’intervento chirurgico e gli organismi più comunemente coinvolti sono gli stafilococchi coagulasi negativi e lo Staphylococcus aureus. Le manifestazioni cliniche possono variare ampiamente e possono risultare complesse da identificare. In tal senso, le colture del liquido cerebrospinale costituiscono il test principale utilizzato per la diagnosi, ma anche altri parametri del liquido cerebrospinale e del sangue possono offrire un contributo pur essendo limitate sia la loro sensibilità che la specificità.

La gestione di queste infezioni prevede soprattutto la somministrazione di antibiotici per via sistemica e la rimozione chirurgica dello shunt infetto. Tuttavia, molte delle raccomandazioni terapeutiche specifiche mancano di prove robuste provenienti da studi di ampie dimensioni o controllati. È importante notare che queste condizioni possono comportare prolungati ricoveri ospedalieri, peggioramento dell’idrocefalo, sequele neurologiche e altre gravi complicanze compreso il rischio di morte. Di conseguenza, ridurre l’incidenza delle infezioni e migliorare il trattamento rappresentano obiettivi prioritari.

Strategie chiave per la prevenzione includono la profilassi antibiotica al momento dell’impianto dello shunt, il miglioramento dei protocolli chirurgici e l’utilizzo di shunt impregnati di antibiotici. C’è però ancora un lavoro significativo da fare per identificare ulteriori strategie che possano contribuire a evitare queste condizioni severe e a migliorare gli esiti per i pazienti.

Fonte: Arch Dis Child. 2023

https://adc.bmj.com/content/108/9/693

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