Italia: aspetti passati e futuri delle infezioni da arbovirus

L’acronimo arbovirus deriva da arthropod-borne viruses e si riferisce a una varietà di microrganismi virali a RNA che condividono la caratteristica unica di essere trasmessi agli ospiti vertebrati da artropodi ematofagi tra i quali le zecche, le zanzare e le mosche della sabbia.

Sulla base dell’evoluzione della situazione epidemiologica, e anche a causa del crescente numero di casi, il Ministero della Salute italiano ha attivato un sistema di sorveglianza nazionale integrato delle malattie arbovirali coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e dall’Istituto Zooprofilattico dell’Abruzzo e del Molise (IZS-AM).

I due importanti Enti pubblici diffondono annualmente specifici bollettini sia per tracciare e affrontare le infezioni arbovirali, sia per garantire l’individuazione precoce dei casi autoctoni e importati e contenere quindi l’eventuale diffusione.

Gli arbovirus rappresentano un problema di salute pubblica in molti Paesi europei, tra i quali l’Italia, soprattutto perché possono infettare l’uomo causando malattie emergenti o riemergenti potenzialmente gravi, con focolai epidemici e introduzione di una circolazione endemica di nuove specie precedentemente confinate alle regioni tropicali e subtropicali.

Un’equipe di esperti ha condotto una revisione che passa in rassegna l’epidemiologia italiana dell’infezione arbovirale negli ultimi 10 anni, descrivendo le malattie endemiche e importate causate da questi virus nonché la distribuzione e l’influenza del cambiamento climatico sull’ecologia dei vettori.

Gli autori ritengono che il rafforzamento dei sistemi di sorveglianza a livello nazionale e internazionale debba essere altamente raccomandato per essere preparati ad affrontare le potenziali minacce dovute alla diffusione degli arbovirus.

Fonte: Viruses. 2023

https://www.mdpi.com/1999-4915/15/2/368

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