L’indice di steatosi epatica può far capire il rischio di ipertensione

L’indice di steatosi epatica è associato in maniera indipendente a un rischio aumentato di ipertensione incidente in soggetti con e senza alterato metabolismo glucidico, secondo uno studio pubblicato su Hypertension Research.

“È stato suggerito che il fegato grasso sia associato allo sviluppo di ipertensione. Tuttavia, non è stato chiarito se questa associazione sia correlata alla glicemia” afferma Dan Wu, della Keio University School of Medicine, Tokyo, Giappone, che ha diretto il gruppo di studio.

Per meglio comprendere la situazione, i ricercatori hanno valutato se l’indice di steatosi epatica (Fatty Liver Index, FLI) sia in grado di predire lo sviluppo di ipertensione tra individui con e senza alterato metabolismo glucidico (disglicemia) in una popolazione giapponese.

Un totale di 3.114 individui, di cui 1.036 maschi e 2.078 femmine, senza ipertensione, sottoposti a un controllo di salute specifico nel 2013 sono stati seguiti fino al 2018. I partecipanti sono stati divisi in sei gruppi in base ai terzili FLI (basso, moderato o alto) e la presenza o meno di disglicemia. Gli esperti hanno stimato i rapporti di rischio (HR) di ciascun gruppo per sesso utilizzando il modello di rischio proporzionale di Cox. I modelli sono stati aggiustati per età, colesterolo LDL e colesterolo HDL, fumo e consumo di alcol e ulteriormente aggiustati per la pressione arteriosa sistolica (SBP).

Durante il periodo medio di follow-up di 2,8 anni, 160 dei 3.114 partecipanti hanno sviluppato ipertensione.

Usando il gruppo con FLI basso con normoglicemia come riferimento, l’HR per l’ipertensione incidente è risultato aumentato nel gruppo FLI alto con e senza disglicemia in entrambi i sessi dopo l’aggiustamento per fattori confondenti, eccetto SBP. Inoltre, nelle donne, questa associazione è stata osservata anche dopo aggiustamento per SBP.

Fonte: Hypertens Res. 2023

https://www.nature.com/articles/s41598-019-43776-5

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