Metastasi epatiche secondarie a neoplasie del colon-retto: i meccanismi molecolari

Soprattutto a causa della connessione diretta tra colon, retto e fegato, assicurata dalla vena porta, quest’ultimo organo rappresenta la sede più comune di metastasi nei pazienti con cancro colorettale. Il microambiente tumorale epatico è composto da diverse tipologie cellulari ognuna con caratteristiche e funzioni uniche che influenzano il riconoscimento dell’antigene e l’attivazione del sistema immunitario. Le neoplasie primarie insorte in altre sedi “preparano” il fegato prima del deposito delle cellule tumorali, creando una nicchia pre-metastatica. 

Dopo l’invasione epatica, quattro fasi distinte sono cruciali per lo sviluppo delle metastasi: una fase microvascolare in cui le cellule tumorali si infiltrano e rimangono intrappolate nei vasi sinusoidali; una fase extravascolare pre-angiogenica; una fase angiogenica che fornisce alle cellule tumorali ossigeno e sostanze nutritive e, infine, una fase di crescita in cui le cellule metastatiche si moltiplicano e formano tumori di dimensioni rilevabili. 

Gli esosomi, vescicole contenenti proteine, lipidi e informazioni genetiche, possono creare una nicchia pre-metastatica in siti distanti, compreso il fegato. La complessità dei meccanismi angiogenici e l’utilizzo della vascolarizzazione locale da parte delle cellule tumorali limitano l’efficacia delle terapie anti-angiogeniche attualmente disponibili.

Comprendere e identificare i meccanismi molecolari coinvolti nelle metastasi epatiche colorettali è di fondamentale importanza per comprendere e prevedere la progressione tumorale, lo sviluppo di metastasi a distanza e la resistenza alla chemioterapia, all’immunoterapia e ai trattamenti mirati.

Fonte: Tsilimigras DI, et al. Jun 18;12(12):1657.

https://www.mdpi.com/2073-4409/12/12/1657

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