Milleproroghe. Trovata l’intesa politica sullo scudo penale e sui medici in pensione a 72 anni. Ora si attendono le riformulazioni del Governo

Proseguono i lavori nelle commissioni Affari Costituzionali e Bilancio della Camera sul milleproroghe. E si attendono a breve novità di rilievo. La maggioranza avrebbe infatti trovato un’intesa sulla possibilità di elevare l’età pensionabile dei medici a 72 anni e sul prolungamento dello scudo penale istituito per l’emergenza Covid.

Come spiegato da fonti di maggioranza, entrambi gli emendamenti erano stati accantonati lo scorso venerdì, non in vista di una possibile bocciatura, ma in attesa di una riformulazione da parte del governo. Per quanto riguarda lo scudo penale, ci sono state interlocuzioni tra i ministeri di Salute e Giustizia sulla possibilità di estenderlo a tutto il 2024, come chiesto da Fratelli d’Italia, o di allungare la sua durata fino al 2025 come invece chiesto da Forza Italia. Al momento, ha raccontato a Quotidiano Sanità Luciano Ciocchetti vicepresidente della commissione Affari sociali, non è ancora noto l’esito delle interlocuzioni, “ma è chiara la volontà politica di far approvare queste due proposte su scudo penale e innalzamento dell’età pensionabile dei medici”.

A pesare saranno i tempi previsti per il varo di una riforma complessiva della responsabilità professionale degli operatori sanitari. Ad aprile sono attese le conclusioni della commissione voluta dal ministro della Giustizia Carlo Nordio e presieduta da Adelchi d’Ippolito. Alla luce di quella relazione tecnica, si andrà poi a ritoccare la legge Gelli nel tentativo di realizzare un giusto punto di equilibrio tra la serenità del medico nel poter svolgere il proprio lavoro e la piena tutela giuridica del paziente. Non è detto che l’intero lavoro si riesca a concludere entro la fine dell’anno in corso.

Quanto all’ennesimo tentativo di mandare i medici in pensione a 72 anni, su base volontaria, a quanto si apprende questa potrebbe essere la volta buona. Al momento nella proposta depositata si spiega che, per fronteggiare la grave carenza di personale le aziende del Ssn, fino al 31 dicembre 2025, potranno trattenere in servizio, su istanza degli interessati, i dirigenti medici e sanitari dipendenti del Servizio sanitario nazionale fino al compimento del settantaduesimo anno di età e comunque entro la predetta data. Il trattenimento in servizio di cui al periodo precedente comporta la decadenza dell’incarico in essere e l’attribuzione di altro incarico di natura professionale, ferme restando le funzioni assistenziali e tecniche derivanti dalle specifiche competenze.

Questa formulazione verrà rivista dal Governo che dovrebbe modificare alcuni dettagli prima di farla approvare nei prossimi giorni dalle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera.

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