Nella coronaropatia le apolipoproteine possono predire eventi avversi cardiovascolari

Secondo uno studio pubblicato sul Nutrition Journal, le apolipoproteine, in particolare ApoA1 e ApoB, insieme al loro rapporto, sono predittori significativi di eventi cardiovascolari avversi maggiori nei pazienti con coronaropatia e funzionalità renale compromessa.

“Abbiamo esaminato la relazione tra apolipoproteine ​​(ApoA1, ApoB e rapporto ApoB/A1) e l’incidenza di eventi cardiovascolari avversi maggiori (MACE) in pazienti con malattia coronarica (CAD) e funzionalità renale compromessa, valutandone un potenziale ruolo nella prevenzione secondaria” spiega Zixiang Ye, della Chinese Academy of Medical Sciences e del Peking Union Medical College, Pechino, Cina, primo nome dello studio.

I ricercatori hanno utilizzato i dati di una coorte prospettica di 1.640 pazienti con funzionalità renale compromessa sottoposti a intervento coronarico percutaneo in Cina. I pazienti sono stati suddivisi in base alle misurazioni di ApoA1, ApoB e rapporto ApoB/A1. I MACE, definiti come un composito di mortalità per tutte le cause, morte cardiovascolare, infarti miocardici non fatali, ictus e rivascolarizzazioni non pianificate, sono stati monitorati dopo la procedura, con analisi statistiche che includevano curve di sopravvivenza di Kaplan-Meier e modelli di regressione di Cox per identificare le associazioni con le apolipoproteine. Sono state inoltre condotte analisi di sottogruppo in base alla funzionalità renale.

Durante un follow-up mediano di 3,1 anni sono stati osservati 324 eventi MACE. Le analisi di regressione multivariata di Cox hanno illustrato livelli più elevati di ApoB e il rapporto ApoB/A1 era significativamente associato a un’incidenza di MACE aumentata, e che livelli più bassi di ApoA1 erano correlati a un rischio più elevato. Le analisi della curva ROC hanno indicato prestazioni predittive comparabili ai fattori di rischio tradizionali come il colesterolo LDL. L’esame dei sottogruppi, tuttavia, ha rivelato che l’associazione non era statisticamente significativa nei pazienti con coronaropatia e compromissione renale da moderata a grave (eGFR < 45 mL/min/1,73 m2). “I nostri risultati sottolineano la necessità di incorporare le misurazioni delle apolipoproteine ​​nelle strategie di prevenzione secondaria per questa popolazione ad alto rischio” concludono gli autori.

Fonte: Nutr J. 2025

https://nutritionj.biomedcentral.com/articles/10.1186/s12937-025-01078-9

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