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L’infezione, a livello della placenta materna, dello streptococco del gruppo B (GBS) fa correre al neonato un rischio di sepsi. A osservarlo è un team dell’Università di Cambridge che ha pubblicato i risultati dello studio su Nature Microbiology.
Lo Streptococcus agalactiae, noto anche come streptococco del gruppo B (GBS), è presente nel tratto genitale di circa una donna su cinque. Alcune ricerche hanno identificato questo batterio nella placenta di circa il 5% delle donne, prima dell’inizio del travaglio. E sebbene l’infezione possa essere trattata con antibiotici, a meno che non vengano sottoposte a screening, le donne non sanno di essere portatrici di questo streptococco.
Lo streptococco può causare sepsi nel neonato e in tutto il mondo si stima che il GBS sia responsabile di circa 50mila nati morti e fino a 100mila morti infantili l’anno.
Per approfondire questo rischio, il team ha esaminato il legame tra la presenza di Streptococcus agalactiae nella placenta e il rischio di ricovero dei bambini nell’unità neonatale. In particolare, i ricercatori hanno rianalizzato dati disponibili da un precedente studio su 436 bambini nati a termine, confermando, poi, i risultati su un’altra coorte di 925 gravidanze.
Il team ha stimato che il batterio placentare è associato a un rischio da due a tre volte maggiore di ricovero in unità neonatale, con un bambino su 200 ricoverato per sepsi a causa dell’infezione da GBS.
Fonte: Nature Microbiology (2023)
https://www.nature.com/articles/s41564-023-01528-2
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