Piogge e inquinamento potrebbero aiutare a prevedere aumenti di casi di DA

Esiste una stretta associazione tra le visite ambulatoriali per dermatite atopica (DA), le concentrazioni di particolato e le precipitazioni. Questo è quanto riferisce uno studio pubblicato su Scientific Reports, nel quale si legge anche che le variazioni stagionali del particolato e delle precipitazioni potrebbero essere sfruttate per avvisare gli operatori sanitari di un previsto aumento dei casi della malattia e per programmare misure preventive in grado di ridurre il carico sanitario associato.

“Ultimamente si è parlato molto dell’influenza dell’inquinamento atmosferico e della variabilità meteorologica sulla dermatite atopica. Noi abbiamo voluto approfondire la questione basandoci sulla popolazione di Singapore” spiega Diyar Mailepessov, dello Environmental Health Institute, National Environment Agency, Singapore, primo autore dello studio.

I ricercatori hanno esaminato i dati di 1.440.844 visite per consulti per DA registrate tramite il sistema sanitario di Singapore dal 2009 al 2019, e hanno valutato l’associazione temporale a breve termine tra le visite ambulatoriali per la malattia, la qualità dell’aria e la variabilità meteorologica su una scala temporale settimanale, adeguando al contempo le tendenze a lungo termine, la stagionalità e l’autocorrelazione.

Il rischio di visite per DA era inferiore del 14% al 10° percentile (11,9 µg/m3) di PM2,5 e superiore del 10% al 90° percentile (24,4 µg/m3) rispetto al valore mediano (16,1 µg/m3). Risultati simili sono stati osservati per il PM10, con un rischio inferiore al 10° percentile e un rischio più elevato al 90° percentile. Per quanto riguarda invece le precipitazioni, per valori superiori alla mediana, il rischio di visite di consultazione era maggiore fino a 7,4 mm nel modello PM2,5 e fino a 9 mm nel modello PM10.

Fonte: Sci Rep. 2024

https://www.nature.com/articles/s41598-024-60712-4

Contenuti simili

I più visti