Pnrr. Ministero: “Nessun ritardo su Case e Ospedali di Comunità”
15.09.2023 | Quotidiano Sanità
Dal puntuale monitoraggio semestrale condotto da Agenas allo stato non rileva alcuna ragionevole preoccupazione riguardo al rischio che la costruzione ed attivazione delle case ed ospedali di comunità previsti dal PNRR possano non essere completate entro la data stabilita del 30 giugno 2026, come da target sulla Missione 6”. È quanto ha affermato il Ministro della Salute, Orazio Schillaci rispondendo ad un’interrogazione del M5S sul potenziamento della sanità territoriale nel quadro del PNRR.
La risposta integrale del Ministro Schillaci. Signor Presidente, ringrazio gli interroganti per il quesito posto e rappresento quanto segue. Come noto, il Governo in adempimento della risoluzione approvata dal Parlamento il 1° agosto scorso ha provveduto ad inviare la proposta di revisione del PNRR, comprensiva del capitolo REPowerEU, alla Commissione europea e ad avviare le prime interlocuzioni in ordine alle modalità e ai termini per l’attuazione dei successivi adempimenti.
La proposta di revisione del PNRR riguarda 144 misure di investimento e di riforma; si compone sia di modifiche formali, mirate ad agevolare la rendicontazione di obiettivi e traguardi, che di modifiche sostanziali, dovute al mutato contesto internazionale, che ha determinato ostacoli oggettivi al raggiungimento di obiettivi e traguardi.
Inoltre, si prevede la riallocazione delle risorse verso impieghi più efficienti, che conducano lo spostamento di alcune misure del PNRR ad altre forme di finanziamento. Faccio presente, comunque, che la proposta di revisione e aggiornamento per la missione 6 salute non modifica la dotazione finanziaria complessiva.
In realtà la revisione mira a rafforzare l’ambizione della missione, attraverso un uso più efficace ed efficiente delle risorse destinate all’edilizia sanitaria dall’articolo 20 della legge n. 67 del 1988, anche al fine di coprire l’incremento dei costi registrato, stimato in circa il 30 per cento. Considerato, infatti, che, a fronte di uno stanziamento pari a 24 miliardi di euro per gli adempimenti correlati all’edilizia sanitaria, risultano programmati solo 14 miliardi circa, la proposta mira ad accelerare l’impiego delle risorse per garantire tutti gli impegni assunti dal nostro Paese con il PNRR.
L’impiego di queste risorse nell’ambito del PNRR assicura, inoltre, la realizzazione di tutti i progetti previsti, che, senza questo intervento, rischiavano di non essere realizzati per l’incremento dei costi. La proposta di revisione prevede l’utilizzo delle economie registrate nell’ambito della componente innovazione, ricerca, digitalizzazione del Servizio sanitario nazionale per nuovi interventi che mirano a rafforzare la dotazione tecnologica delle strutture sanitarie.
Preciso al riguardo che, per garantire la copertura dei quadri economici dei progetti candidati a valere sul PNRR e di competenza del Ministero della salute, la proposta prevede una rimodulazione dei target realizzativi sulle linee di intervento PNRR per controbilanciare l’effetto derivato dall’aumento dei costi dovuti all’innalzamento dei prezzi regionali, all’inflazione, impiegando fondi alternativi quali quelli correlati agli accordi di programma stipulati con le Regioni dagli interventi previsti dall’articolo 20 ed eventuali risorse derivate da fondi per le politiche di coesione.
Comunque, nelle more della finalizzazione delle proposte di rinegoziazione del PNRR, gli uffici preposti garantiscono le attività relative alle istanze per l’ottenimento delle risorse addizionali dal cosiddetto fondo opere indifferibili per gli anni 2022-2023, istituito per fronteggiare l’eccezionale aumento dei materiali da costruzione negli appalti pubblici, nonché le attività di presidio e vigilanza delle realizzazioni, istruendo le richieste di modifica e integrazione del finanziamento PNRR dei progetti con risorse derivanti dal bilancio dei soggetti attuatori.
Concludo segnalando che dal puntuale monitoraggio semestrale condotto da Agenas allo stato non rileva alcuna ragionevole preoccupazione riguardo al rischio che la costruzione ed attivazione delle case ed ospedali di comunità previsti dal PNRR possano non essere completate entro la data stabilita del 30 giugno 2026, come da target sulla Missione 6.
La replica di Elisa Pirro (M5S) Signora Presidente, signor Ministro, purtroppo non posso dirmi soddisfatta della sua risposta, anche se avrei voluto sentire parole di novità da lei. Attingere ai fondi dell’articolo 20 per sopperire a quello che non si riesce a fare con i fondi del PNRR è un grave problema, perché quei fondi erano previsti per farci altro. Quindi, se li mettiamo sul PNRR, non ci facciamo le altre cose che avremmo dovuto fare. (Applausi). E non stiamo parlando di campi da bocce; stiamo parlando di ospedali necessari al territorio, perché – come diceva prima la collega Zambito – siamo anche in carenza di posti letto ospedalieri rispetto alla media europea. Abbiamo visto, durante il Covid, quanto la riduzione del numero dei posti letto nei nostri ospedali abbia fatto male al nostro Paese. Andavano potenziate la medicina territoriale, con gli interventi del PNRR, e le strutture ospedaliere, con i fondi dell’articolo 20. Invece qui facciamo il gioco delle tre carte, senza arrivare a niente.
Oltretutto, non vorrei che poi ci diceste, in separata sede, che gli ospedali invece li realizziamo con i partenariati pubblico-privato, che hanno già manifestato grandissime criticità. Arrivo dal Piemonte, dove stiamo ancora aspettando la realizzazione della città della salute di Torino con il partenariato pubblico-privato, perché i costi sono saliti alle stelle; idem dicasi per quella di Novara. Adesso c’è sul piatto il nuovo ospedale di Cuneo, che presenta le stesse criticità, perché, invece di usare le risorse che ci sono nell’articolo 20, si vuole ricorrere ai finanziamenti dei privati, così alla fine gli ospedali li pagheremo due volte. Mi spiace, ma non ci siamo proprio.