Gettonisti. Per i medici massimo 85 euro l’ora per il Pronto soccorso, per gli infermieri 28 euro
Arrivano le Linee guida che delimitano le condizioni di utilizzo dei medici e degli infermieri ‘gettonisti’. Il fenomeno […]
La fase della diagnosi è quella che viene percepita come maggiormente critica dai pazienti oncologici (per il 50%) e preoccupano anche i tempi di attesa per la somministrazione delle terapie e delle visite di controllo (in totale per il 40%). Soprattutto, i pazienti chiedono maggiore attenzione e capacità di ascolto da parte del personale, di attivare o implementare un servizio psicologico e in particolare auspicano la semplificazione delle pratiche per rendere più agevole il percorso di cura. In ogni caso, il 90% degli assistiti in cura nelle strutture oncologiche del nostro Paese giudica la qualità della visita come soddisfacente.
Questi i risultati di un’indagine sui bisogni dei pazienti in trattamento attivo e in follow-up presso le oncologie presentati al XXVII Congresso Nazionale Cipomo, il Collegio Italiano Primari Oncologi Medici Ospedalieri che si chiude oggi a La Spezia, dal titolo “L’Oncologia tra i successi di oggi e i traguardi di domani”.
Obiettivo della Survey – condotta nel 2022 da Cipomo nei reparti di oncologia di tutta Italia su 916 pazienti con un’età media di 65 anni, il 60% dei quali sono donne – è stato quello di puntare i riflettori sulle criticità vissute dalle persone durante il loro percorso di cura, misurare l’accessibilità ai servizi oncologici, l’accoglienza ospedaliera e soprattutto comprendere quali sono i desiderata dei pazienti.
“L’umanizzazione delle cure – spiega la Professoressa Rosa Rita Silva Direttore dell’Unità Operativa di Oncologia Medica di Fabriano Ast Ancona – è e deve rimanere un costante interesse e obiettivo di chi opera in reparti sensibili ed emotivamente delicati come l’oncologia. Continui cambiamenti delle necessità, delle abitudini e delle esigenze devono sempre tenere alta l’attenzione verso l’analisi dei cambiamenti psicosociali indotti dalla malattia oncologica e dal relativo percorso terapeutico. Ecco perché con l’obiettivo di analizzare i bisogni dei pazienti che afferiscono ad un reparto di Oncologia è stata intrapresa da parte del Cipomo una Survey condotta sul territorio nazionale”.
Dai dati è emerso che la fase percepita come maggiormente critica è quella della diagnosi (50.4%), mentre trattamento (22.3%) e recidiva (14.8%) mostrano una criticità limitata. Una quota limitata afferma di non avere sperimentato criticità (4.8%). Il follow-up non preoccupa invece i pazienti: appena l’1.1% lo percepisce come critico.
I tempi di attesa per accedere alle terapie e alle visite di controllo sono vissuti come momento di grande difficoltà per quasi la metà dei pazienti che riportano attese superiori a 30 minuti (21%) o a un’ora (22.7%). Ma a conti fatti la qualità della visita viene valuta come adeguata dal 90.2% dei pazienti.
La Survey ha poi indagato sulle difficoltà logistiche affrontate dai pazienti per raggiungere le strutture di cura: la maggioranza deve affrontare percorsi medio-lunghi (31.8% tragitti tra 10 e 30km e 19.4% oltre 30 km) anche se la durata media è inferiore a 30 minuti (69.9%). La maggioranza assoluta accede ai servizi in macchina assieme a un familiare/amico (63.5%). Ma sostanzialmente lo spostamento viene percepito come poco problematico o disagevole (78.2%).
“Prestare ascolto alle esigenze del paziente e dei familiari creando un rapporto empatico, regalare attenzioni che vanno al di là del dovere medico facendo comprendere al paziente che i medici ‘ci sono’ non solo per condividere le strategie terapeutiche ma anche per cercare di andare incontro alle loro esigenze pratiche è la nostra mission. Solo comprendendo quali sono le criticità possiamo cercare di ‘aggiustare il tiro’ e far nascere una benefica alleanza, indispensabile nel percorso da intraprendere” ha commentato il Professor Luigi Cavanna presidente Cipomo.
“La percezione di soddisfazione per la qualità delle viste oncologiche espressa dal 90% dei pazienti è sicuramente rassicurante per l’Oncologia Ospedaliera italiana e motivante per tutto il personale, ma è anche uno stimolo a crescere ancora e ci fa capire il valore della nostra attività per i pazienti – concludono i predsidenti del Congresso Monica Giordano Direttore SC Oncologia Ospedale Sant’Anna (Como) e Segretario Nazionale Cipomo e Carlo Aschele, Direttore Dipartimento Oncologico ASL 5 Liguria (La Spezia) e Consigliere Nazionale Cipomo – inoltre, la criticità della fase diagnostica avvertita dalla metà dei pazienti ci fa riflettere sulla necessità di ottimizzare e rendere sempre più tempestivi i percorsi di presa in carico multidisciplinare fin dalla fase diagnostica con punti di accesso identificati e supporto anche psicosociale strutturato che il Cipomo sta sviluppando e a cui abbiamo dedicato una sessione del nostro Congresso”.
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