Tumori. Da Nord a Sud tempi di attesa ancora a macchia di leopardo
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In uno studio pubblicato su PLOS Mental Health i ricercatori hanno condotto una revisione sulla salute mentale dei bambini e giovani forzatamente sfollati a causa di conflitti, analizzando le problematiche principali, gli interventi disponibili e i fattori che influenzano il loro benessere psicologico. In un contesto di conflitti globali in aumento, questa popolazione rappresenta un gruppo vulnerabile spesso non prioritario nella pianificazione delle risposte sanitarie per i rifugiati.
Dopo aver esaminato oltre 4.500 studi da fonti accademiche e letteratura grigia, la revisione ha selezionato 27 articoli pertinenti. I risultati hanno evidenziato che depressione, disturbo post-traumatico da stress (PTSD) e ansia sono le principali problematiche mentali che affliggono questi giovani. Altri disturbi comuni includono problemi somatici, disturbi del sonno, incubi, encopresi e abuso di sostanze. In assenza di trattamento, tali condizioni tendono a persistere anche dopo lo sfollamento.
Tra i fattori che aggravano la salute mentale sono emersi esperienze di traumi precedenti, genere femminile, povertà, abusi infantili, violenza genitoriale e separazione familiare. Al contrario, la disponibilità di servizi di salute mentale e la partecipazione ad attività religiose sono risultati essere fattori protettivi. La psicoterapia si è dimostrata uno degli interventi più efficaci per questa popolazione.
Questo studio sottolinea come la salute mentale dei bambini e giovani sfollati sia una questione cruciale ma ancora poco studiata. Le lacune nelle evidenze sono particolarmente marcate per i bambini sfollati all’interno dei loro stessi paesi. Sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere meglio i loro bisogni e sviluppare interventi mirati che possano mitigare gli effetti a lungo termine dello sfollamento forzato.
Investire nella salute mentale di questi giovani è essenziale per aiutarli a superare il trauma del conflitto e favorire la loro integrazione nelle nuove comunità.
Fonte: PLOS Mental Health
https://journals.plos.org/mentalhealth/article?id=10.1371/journal.pmen.0000076
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