Sangue e plasma. Pronto per la Stato Regioni il Programma nazionale 2024 per l’autosufficienza

Garantire l’autosufficienza di sangue e plasma. È ormai questa la parola d’ordine nel nostro Paese per assicurare un equilibrio nazionale e far fonte alle condizioni di carenza periodica che in diverse Regioni si fanno più frequenti specie in alcuni periodi dell’anno.

Ecco quindi che sbarca sul tavolo della Conferenza Stato Regioni il “Programma nazionale per l’autosufficienza del sangue e dei suoi prodotti 2024”. Il documento individua consumi storici, fabbisogni e livelli di produzione necessari e definisce le linee di indirizzo per il monitoraggio dell’autosufficienza, per la compensazione interregionale e il miglioramento di qualità, appropriatezza e sostenibilità del sistema. E ancora individua gli indicatori per il monitoraggio e le raccomandazioni per il perseguimento degli obiettivi fissati.

Gli scenari in Italia sono sicuramente incoraggianti, la fine dello stato di emergenza sanitaria e la contestuale riduzione delle limitazioni che hanno contraddistinto il periodo della pandemia, si legge nel documento, hanno comportato la progressiva ripresa delle attività trasfusionali in modo da garantire la piena disponibilità di emocomponenti ed emoderivati allo sviluppo delle attività sanitarie del paese. Inoltre, differenti strumenti sono stati o saranno a stretto giro disponibili per superare le criticità che sono state esacerbate dalla pandemia.

In ogni caso i dati raccolti nel 2023 e le previsioni per l’anno 2024 mostrano che la programmazione annuale per l’autosufficienza nazionale e regionale del sangue e dei suoi prodotti è complessivamente in grado di garantire il sistematico equilibrio quanti qualitativo sostanzialmente adeguato fra produzione e fabbisogni di emocomponenti labili di uso trasfusionale

A livello regionale lo stato dell’arte è diversificato. Le carenze sono ormai consolidate nel Lazio, Sardegna e in misura minore in Sicilia (per ragioni e quantità diverse). Le regioni che hanno programmato di compensare quelle carenti sono Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Trento, Veneto, Emilia Romagna, Bolzano, Valle d’Aosta e ST Forze armate.

Le Regioni sono poi divise in tre macro gruppi.

Un primo gruppo raccoglie quelle regioni (Calabria, Campania Lazio) con un indice di conferimento di plasma inferiore a 18Kg/1000 abitanti l’anno e con un indice di raccolta di sangue intero inferiore a 40 unità ogni mille abitanti o con carenze durante alcune stagioni, ma persistente negli anni e tali da richiedere un’azione di compensazione interregionale.

Nel secondo ci sono le Regioni con un indice di conferimento di plasma inferiore a 18Kg/1000 abitanti l’anno, ma con un indice di raccolta di sangue intero superiore alle 40 unità ogni mille abitanti, quindi autosufficienti e in grado di dare importanti contributi. Un gruppo che va però ulteriormente suddiviso tra quelle il cui conferimento di plasma è comunque superiore alla media nazionale (Liguria, Lombardia, Pa Bolzano) e quelle in cui è invece inferiore (Abruzzo, Basilicata, Molise, Pa Trento, Puglia, Sardegna, Sicilia e Umbria).

Infine, il terzo gruppo, formato dalle regioni Benchmark, composto da Emilia Romagna, FVG, Marche, Piemonte, Toscana, Valle D’Aosta Veneto, i cui valori di conferimento di plasma e globuli rossi sono invece superiori agli indici indicati.

L’attuazione del programma è soggetto a monitoraggio mensile da parte del Centro nazionale sangue i cui esiti saranno valutati congiuntamente con il ministero della salute le SRC, Associazioni e Federazioni di donatori volontari e il contributo delle associazioni del paziente. L’obiettivo è rilevare eventuali scostamenti rispetto agli obiettivi programmati e mettere in atto interventi correttivi quali-quantitativi nel breve e medio periodo a fronte di mutate condizioni di contesto.

Le risorse. Sul piatto, per il 2024, ci sono sei milioni di euro per il 2025. In linea co quanto stabilito per il 2022 e il 2023, il 50% di fondi è ripartito sulla base dell’indice di popolazione residente che rappresenta la complessità relativa del sistema sanitario della regione; il 30% sulla base dell’indice di conferimento di plasma all’industria che rappresenta l’efficienza relativa dell’attività di raccolta del sistema trasfusionale della Regione e risente degli interventi di miglioramento organizzativo; la restante quota pari al 20% delle risorse viene ripartita sulla base dell’indice di programmazione del conferimento di plasma all’industria e rappresenta l’incremento dell’efficienza delle attività di raccolta del sistema trasfusionale della regione. Il documento stabilisce poi che entro il 31 marzo del 2025 il ministero della salute erogherà le risorse.

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