Telemonitoraggio, la sanità del futuro parte da casa
16.04.2025 | Quotidiano Sanità
L’Italia fissa le regole per i dispositivi medicali digitali
Un passo avanti decisivo per portare la cura dei pazienti cronici direttamente nelle loro case. L’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (AGENAS) ha pubblicato le nuove Linee di indirizzo per il percorso evolutivo dei Sistemi Medicali per Telemonitoraggio, tracciando un quadro dettagliato e vincolante su come i dispositivi medici connessi dovranno evolversi per integrarsi efficacemente con le infrastrutture regionali e nazionali della Telemedicina.
L’obiettivo è ambizioso: trasformare radicalmente il modello assistenziale italiano, puntando su prossimità, continuità di cura e sostenibilità. Il tutto facendo leva su una galassia tecnologica che include sensori biometrici, software intelligenti, piattaforme interoperabili e, non da ultimo, una governance della cybersicurezza e della privacy all’altezza della sfida.
Il contesto normativo si lega a doppio filo al PNRR, in particolare alla Missione 6 “Salute”, che finanzia lo sviluppo della Piattaforma Nazionale di Telemedicina (PNT). È qui che convergono gli sforzi per l’attivazione su scala nazionale del Servizio Minimo di Telemonitoraggio: televisite, teleconsulto, teleassistenza e soprattutto monitoraggio remoto di parametri clinici.
Il cuore pulsante del sistema è rappresentato dai cosiddetti “Sistemi Medicali”, intesi come un ecosistema composto da dispositivi fisici (come saturimetri, glucometri, ECG portatili), software dedicati (API, app mobile, piattaforme cloud), algoritmi intelligenti e canali di connettività. Questi sistemi devono garantire interoperabilità, sicurezza dei dati, affidabilità diagnostica e facilità d’uso per pazienti e operatori sanitari.
Standard stringenti per dispositivi intelligenti
Le Linee di indirizzo fissano requisiti chiari e dettagliati. Tra i principali:
Certificazione MDR: tutti i dispositivi devono essere conformi al Regolamento (UE) 2017/745.
Identificazione univoca (UDI): obbligatoria secondo le scadenze europee, per garantire tracciabilità e sicurezza.
Requisiti di connettività: i dispositivi devono poter trasmettere dati in modo sicuro, anche in assenza di connessione, tramite sistemi automatizzati.
Interoperabilità: adozione degli standard HL7 FHIR, profili IHE come Device Enterprise Communication e Patient Demographics Query.
Sicurezza informatica e privacy: implementazione dei principi di “security by design” e “privacy by design”, con indicazioni specifiche per produttori, distributori e strutture sanitarie.
Il modello di maturità: tre livelli per guidare l’innovazione
AGENAS introduce anche un innovativo modello di maturità dei Sistemi Medicali, articolato su tre livelli:
Base – Compatibilità adattabile con API e protocolli di comunicazione standardizzati.
Intermedio – Nativa interoperabilità e gestione centralizzata degli accessi.
Avanzato – Integrazione completa con i sistemi di codifica FSE 2.0 e misure avanzate di sicurezza.
Questo schema rappresenta la bussola con cui le Regioni e le aziende sanitarie potranno orientare gli investimenti tecnologici, distinguendo i dispositivi pronti all’integrazione da quelli ancora in fase embrionale.
Una corsa contro il tempo (e le minacce cyber)
Entro il 2029 tutti i dispositivi in commercio dovranno essere pienamente conformi ai Regolamenti europei MDR e IVDR. Ma il tempo stringe anche sul fronte della sicurezza informatica. Il documento richiama con forza l’attenzione su nuovi pericoli: minacce cyber, data breach, attacchi ai device. E propone soluzioni ispirate al Framework Nazionale per la Cybersecurity, spaziando dalla governance alla gestione degli incidenti, dal monitoraggio delle vulnerabilità alla formazione degli operatori.
La telemedicina è già realtà, ma rischia di rimanere una galassia frammentata se non si adottano regole comuni. Le Linee di indirizzo AGENAS puntano proprio a questo: creare un linguaggio condiviso tra dispositivi, software e piattaforme regionali, in nome della coesione tecnologica e della qualità dell’assistenza.
Una sfida complessa ma necessaria, perché la sanità del futuro non si costruisce solo nei reparti, ma anche – e sempre più – tra le mura di casa.