Digital Health Intervention nel contesto della terapia intensiva: applicazioni e scenari futuri

Dalla telemedicina all’intelligenza artificiale, alla realtà virtuale, i digital health intervention a livello di terapia intensiva si stanno rapidamente evolvendo. A fare il punto sulle strategie basate sulle nuove tecnologie nel contesto delle cure intensive è una review pubblicata sul Journal of the Intensive Care Society da Alisha da Silva e colleghi dell’Università di Melbourne, in Australia.
L’implementazione della salute digitale
La salute digitale, o digital health, è definita dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), come “il campo della conoscenza e della pratica associato allo sviluppo e all’uso delle tecnologie digitali per migliorare la salute”. I digital health intervention (DHI) fanno riferimento a tecnologie messe a punto per facilitare comportamenti sani, migliorare gli outcome sanitari e fornire assistenza da remoto. Esempi di DHI includono la telemedicina, le applicazioni per smartphone, la realtà virtuale e la messaggistica istantanea.
Nell’ambito della terapia intensiva, Sebbene non tutte le DHI siano state convalidate o abbiano dimostrato di migliorare gli outcome, ci sono molti strumenti che potrebbero ottimizzare l’assistenza. Inoltre, i DHI potrebbero supportare pazienti e caregiver al momento delle dimissioni.
Le strategie digitali in uso nell’ambito della terapia intensiva
Tra i diversi DHI implementati in terapia intensiva, le cartelle cliniche elettroniche hanno migliorato l’assistenza, riducendo anche gli esami eseguiti e gli errori di somministrazione dei farmaci, con vantaggi economici. Inoltre, la cartella clinica elettronica offre l’opportunità di creare dashboard personalizzate e report e di inviare allert al medico. Tuttavia, per un suo uso efficace, è fondamentale un inserimento accurato dei dati e la capacità di sfruttarne tutte le potenzialità.
Anche l’applicazione del machine learning contribuisce a supportare l’assistenza nelle terapie intensive, migliorando l’interpretazione dei risultati e facilitando un’analisi rapida, oltre a monitorare i cambiamenti e aiutare a determinare il tempo ottimale di estubazione. La telemedicina, poi, e le unità di terapia intensiva virtuali sono sempre più diffuse, con l’assistenza al paziente che può essere ulteriormente personalizzata monitorando i parametri fisiologici tramite dispositivi indossabili. Accanto a questo, i metodi di comunicazione aumentativa e alternativa ad alta tecnologia sono usati nei pazienti che, per effetto degli interventi di terapia intensiva, vanno incontro a difficoltà di comunicazione, ansia e dolore. Infine, la visita virtuale è un mezzo per consentire alle famiglie di entrare in contatto con il paziente da remoto, mentre alle dimissioni, i portali o le piattaforme di assistenza virtuale che consentono ai pazienti di accedere alle loro cartelle cliniche, di vedere appuntamenti e/o di comunicare con i medici, aiutano pazienti e caregiver anche nella transizione alle cure primarie.
Gli ostacoli all’implementazione dei DHI
Quando si progettano e si implementano le DHI, in primo luogo è opportuno considerare che l’utente finale, che sia un paziente, un familiare o il medico, deve sapere dove accedere alle informazioni, comprenderle, valutare se sono utili, comunicarle ad altri e utilizzarle. L’uso efficace dei DHI, dunque, si basa anche sull’alfabetizzazione sanitaria digitale, con molti fattori sociali che la influenzano come età, stato socioeconomico e fiducia nella tecnologia. Tradizionalmente, poi, vi è un divario digitale tra le persone anziane rispetto ai giovani nell’uso della tecnologia e questo comporta che alcuni anziani ricevano meno benefici dalle DHI. Inoltre, l’accesso e i costi della tecnologia, possono essere un ostacolo all’adozione delle DHI.
Riferimenti:
da Silva A. A. et al., Digital health interventions in adult intensive care and recovery after critical illness to promote survivorship care. J Intensive Care Soc (2025); doi: 10.1177/17511437241311105