La depressione come comorbilità in pazienti con dolore influisce sul giudizio degli osservatori
Secondo uno studio pubblicato sul British Journal of Pain, il fatto che un paziente con dolore abbia una diagnosi di […]
Avere un figlio in età più giovane, dare alla luce più nati vivi e avere il primo ciclo precocemente sono fattori associati a un più elevato rischio cardiovascolare. È la conclusione cui è arrivato uno studio condotto da ricercatori dell’Imperial College di Londra, guidati da Maddalena Ardissino, e pubblicato sul Journal of the American Heart Association, che evidenzia l’esistenza di una relazione tra fattori sesso-specifici e malattia cardiovascolare, nelle donne.
I ricercatori hanno analizzato dati genetici collegati all’età della donna al primo figlio, al numero di figli vivi, all’età del primo ciclo mestruale e all’età della menopausa. In particolare, il team ha analizzato studi precedenti che coinvolgevano più di 100mila donne e attraverso un’analisi mendeliana ha mostrato un collegamento tra geni che predicono fattori riproduttivi e il rischio di diverse malattie cardiache, escludendo fattori come dieta, status economico e livelli di attività fisica.
Dall’analisi è emerso, così, che un più elevato numero di nati vivi, una gravidanza avuta precocemente e un menarca precoce erano associati a un più alto rischio di fibrillazione atriale, malattia coronarica, insufficienza cardiaca e ictus, nelle donne. Mentre non ci sarebbe associazione tra l’età della menopausa e la malattia cardiovascolare.
Fonte: Journal of the American Heart Association 2023
https://www.ahajournals.org/doi/10.1161/JAHA.122.027933