Divario tra salute e longevità si allarga a livello globale
Uno studio pubblicato su JAMA Network evidenzia una crescente discrepanza tra la durata della vita (lifespan) e la durata della […]
In Italia gli adolescenti affetti da schizofrenia a 18 anni devono passare dai servizi di neuropsichiatria infantile (NPI) ai servizi di psichiatria per adulti (PA). Tuttavia, la transizione non è automatica e le difficoltà del passaggio hanno dimostrato di favorire il drop-out dei pazienti e delle famiglie e la discontinuità delle cure, con interruzioni del trattamento farmacologico. Una transizione graduale ed efficace potrebbe invece migliorare la malattia e aumentare le possibilità di guarigione dei giovani malati di schizofrenia. Un progetto di tavole rotonde territoriali sulla schizofrenia di transizione, pubblicato dalla Rivista di Psichiatria, aveva l’obiettivo di approfondire i problemi riscontrati nella pratica clinica e di raccogliere le proposte per migliorare la gestione della transizione di un campione di specialisti territoriali in tutta Italia, che comprendeva psichiatri e neuropsichiatri infantili.
Dagli specialisti del territorio è emersa forte la necessità di colmare alcuni aspetti culturali e organizzativi per migliorare il processo di transizione degli adolescenti con schizofrenia dai servizi di NPI a quelli di PA. Da una parte sono stati richiesti programmi di formazione specifici sia per psichiatri sia per neuropsichiatri infantili sul processo di transizione. Dall’altra, entrambi i tipi di specialisti hanno espresso la necessità di protocolli ufficiali condivisi, di un passaggio diretto tra i servizi, che comprenda un periodo di gestione condivisa, e della costruzione di team multidisciplinari territoriali. Tutti questi aspetti implicano una politica nazionale di salute mentale dedicata alla presa in carico dei giovani con disturbi psichiatrici e al loro accompagnamento attraverso il confine tra i servizi di NPI e PA. Il miglioramento della gestione della transizione può facilitare non solo la guarigione, ma anche la prevenzione delle malattie mentali nei giovani. Secondo gli autori, ci vorrebbe un’allocazione di risorse adeguata a far fronte all’impatto epidemiologico della schizofrenia a esordio precoce e a ridurre l’eterogeneità tra le regioni italiane.
Fonte: Riv Psichiatr 2023
https://www.rivistadipsichiatria.it/archivio/4056/articoli/40381/
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