Epilessia: la più grande analisi genomica rivela nuovi fattori di rischio genetici

Identificare i fattori genetici di rischio per disturbi altamente eterogenei come l’epilessia è una sfida complessa. Un recente studio pubblicato su Nature Neuroscience presenta l’analisi di sequenziamento dell’intero esoma più grande mai condotta sull’epilessia, coinvolgendo oltre 54.000 esomi umani, compresi 20.979 pazienti caratterizzati in modo approfondito provenienti da diversi gruppi di origine genetica e con varie sottotipologie di epilessia, insieme a 33.444 controlli. Questo studio mira a indagare le varianti rare che conferiscono rischio di malattia.

I risultati dell’analisi hanno identificato sette geni individuali, tre gruppi di geni e quattro varianti del numero di copie, raggiungendo un significato statistico a livello esomico. In particolare, i geni che codificano per canali ionici mostrano un forte legame con molteplici sottotipi di epilessia, incluse le encefalopatie epilettiche e le epilessie generalizzate e focali. Al contrario, la maggior parte delle altre scoperte genetiche risulta specifica per ciascun sottotipo, evidenziando contributi genetici distinti per le diverse forme di epilessia.

Combinando i risultati delle varianti rare di singoli nucleotidi e delle piccole inserzioni e delezioni, delle varianti del numero di copie e delle varianti comuni, gli autori offrono una visione ampliata dell’architettura genetica dell’epilessia. Le evidenze emergenti indicano una convergenza tra diversi loci di rischio genetico sugli stessi geni. I principali geni candidati mostrano un arricchimento di ruoli nella trasmissione sinaptica e nell’eccitabilità neuronale, in particolare nel periodo postnatale e nella neocorteccia.

In aggiunta, è stata identificata una condivisione di rischio da varianti rare tra l’epilessia e altri disturbi neuroevolutivi. I dati dello studio sono accessibili tramite un browser interattivo, il che potrebbe facilitare gli sforzi diagnostici e accelerare lo sviluppo di studi di follow-up.

Fonte: Nat Neurosci (2024)

https://www.nature.com/articles/s41593-024-01747-8

Contenuti simili

I più visti