Nuovo approccio infermieristico accelera la guarigione nelle infezioni postchirurgiche
Un recente studio cinese, pubblicato nel 2025 sul Pakistan Journal of Pharmaceutical Sciences, ha analizzato l’impatto di un programma mirato […]
Uno studio internazionale, pubblicato su BJS Open nel 2025, ha indagato il possibile legame tra il numero di aperture delle porte in sala operatoria e il rischio di infezioni del sito chirurgico (SSI).Per farlo, i ricercatori hanno condotto una metanalisi su dati provenienti da 8 studi osservazionali, per un totale di 4.412 pazienti.
I risultati hanno evidenziato che l’incidenza complessiva delle SSI è risultata pari al 6,0%. L’analisi ha mostrato, inoltre, che ogni apertura di porta in più per ora si associa a un incremento, seppur marginale, del rischio di infezione (odds ratio 1,012; intervallo di confidenza, IC 95%: 1,005–1,019). In termini pratici, con un rischio di base del 2%, sarebbero necessarie circa 35 aperture aggiuntive per ora durante l’intervento per determinare un’infezione in più ogni 100 pazienti operati. Le analisi per sottogruppi, invece, non hanno evidenziato differenze significative. Tuttavia, l’effetto cumulativo è apparso più marcato nei pazienti già esposti a un rischio elevato di infezione.
Secondo gli autori, l’aumento del rischio associato a ciascuna apertura è minimo e non giustifica, allo stato attuale, politiche troppo restrittive come quella delle “zero aperture di porta”. Sicuramente, il fenomeno merita particolare attenzione nei pazienti più vulnerabili, ma non vi sono prove sufficienti per affermare che la sola riduzione delle aperture possa incidere in modo significativo sugli esiti clinici.
Fonte: BJS open, 2025
https://academic.oup.com/bjsopen/article/9/3/zraf044/8160793