Il COVID-19 ha “invecchiato” il cervello degli adolescenti
La pandemia di Covid-19 e i lockdown imposti come misura per contenerla hanno provocato negli adolescenti – in particolare nelle […]
Nella settimana dal 9 al 15 gennaio 2023 l’Oms segnala quasi 2,8 milioni di nuovi casi Covid e oltre 13.000 decessi. Negli ultimi 28 giorni (dal 19 dicembre 2022 al 15 gennaio 2023), si è registrato un totale di 13 milioni di casi e quasi 53.000 nuovi decessi, con una diminuzione, rispettivamente, del 7% e un aumento del 20% rispetto ai 28 giorni precedenti.
Al 15 gennaio 2023, sono quindi oltre 662 milioni i casi confermati e oltre 6,7 milioni di decessi segnalati a livello globale.
Come sempre l’Oms avverte anche questa volta che le tendenze settimanali e mensili devono essere interpretate con attenzione considerando la riduzione dei test e i ritardi di segnalazione in molti paesi durante le festività natalizie di fine anno.
Pertanto, i dati presentati in questo rapporto, avverte l’Oms, soprattutto per le settimane più recenti, sono incompleti, ed eventuali andamenti decrescenti potrebbero cambiare man mano che vengono aggiornate le informazioni sono incorporate.
La situazione in Cina
In questo bollettino l’Oms fa anche un rapporto sulla situazione in Cina, riportando quanto riferito dal China’s Joint Prevention and Control Mechanism of the State Council in una conferenza stampa tenutasi il 14 gennaio scorso a Pechino ma specificando che l’Oms stessa non ha ancora condotto un’analisi indipendente della situazione della pandemia di COVID-19 in Cina non avendo accesso ai dati alla base di questa panoramica.
Dall’8 dicembre 2022 al 12 gennaio 2023, sono stati segnalati in Cina 59.938 decessi ospedalieri correlati a COVID-19 verificati nelle strutture sanitarie di tutto il paese.
Tra loro 5.503 sono stati causati da insufficienza respiratoria dovuta a COVID-19. L’età media dei casi mortali era di oltre 80 anni, e circa il 90% aveva più di 65 anni e oltre. La maggior parte dei casi mortali è riferita a persone con pregressi problemi medici.
Utilizzando indicatori proxy per valutare l’onere del COVID-19, le autorità sanitarie cinesi riferiscono di aver monitorato le visite ambulatoriali presso 59.500 ambulatori istituiti nelle strutture sanitarie primarie e secondarie di tutto il Paese.
Dal monitoraggio emerge un picco di 2,867 milioni di visite il 23 dicembre 2022 cui è seguito un calo costante e progressivo.
Secondo l’analisi diffusa dalla Cina, anche il numero di pazienti segnalati nei reparti di emergenza e la percentuale di pazienti positivi a SARS-CoV-2 sono in calo dopo aver raggiunto un picco nazionale di oltre 1,5 milioni il 2 gennaio 2023.
Le autorità cinesi hanno anche riferito che dal 27 dicembre 2022 al 3 gennaio 2023, il numero di nuovi pazienti positivi a SARSCoV-2 ricoverati classificati come gravi è aumentato rapidamente e ha raggiunto circa 10.000 nuovi pazienti al giorno.
Al 12 gennaio, il tasso di occupazione dei letti critici era del 75,3%.
La situazione globale
A livello regionale, il numero di nuovi casi settimanali segnalati è diminuito o è rimasto stabile in cinque regioni dell’OMS: la Regione Africana (-40%), la Regione Europea (-35%), la Regione Sud-Est Asiatico (-17%), la Regione delle Americhe (-12%) e la Regione del Pacifico Occidentale (simile alla settimana precedente); mentre i casi sono aumentati nella regione del Mediterraneo orientale (+6%).
I decessi settimanali sono aumentati in tre regioni: la regione del Pacifico occidentale (+43%), la regione delle Americhe (+10%) e la Regione del Mediterraneo Orientale (+9%); mentre sono diminuiti o è rimasti stabili in tre regioni dell’OMS: la regione Europea (-40%), la regione del Sud-est asiatico (-13%) e la regione Africana (simile alla settimana precedente).
A livello nazionale, il numero più alto in valori assoluti di nuovi casi settimanali è stato segnalato dal Giappone (1.025.321 nuovi casi; -4%), Stati Uniti d’America (415.864 nuovi casi; -10%), Repubblica di Corea (286.291 nuovi casi; -29%), Australia (191.750; nessun caso segnalato nelle tre settimane precedenti) e Cina (190.451 nuovi casi; -26%).
Il numero più alto di nuovi decessi settimanali è stato riportato dagli Stati Uniti d’America (3.922 nuovi decessi; +46%), Giappone (2849 nuovi decessi; +33%), Cina (802 nuovi decessi; +3%, NB. questo dato non comprende quelli segnati nella conferenza stampa del 14 gennaio del Governo cinese), Australia (742; nessun decesso registrato nel tre settimane precedenti) e Francia (520 nuovidecessi; -35%).
Regione Europea
La Regione Europea ha segnalato oltre 311.000 nuovi casi, con una diminuzione del 35% rispetto alla settimana precedente.
Sei (10%) dei 61 paesi per i quali i dati sono disponibili segnalati incrementi nei nuovi casi del 20% o superiori, con aumenti proporzionali più elevati osservati in Spagna (17.773 vs 9.220 nuovi casi; +93%), Albania (157 vs 113 nuovi casi; +39%) e Montenegro (447 vs 329 nuovi casi nuovi casi; +36%).
Il numero più alto di nuovi casi in valori assoluti è stato segnalato da Germania (83.605 nuovi casi; 100,5 nuovi casi ogni 100.000; -36%), Italia (62.599 nuovi casi; 105 nuovi casi ogni 100 000; -42%) e Francia (39.757 nuovi casi; 61,1 nuovi casi ogni 100.000; -52%).
Il numero di nuovi decessi settimanali nella regione è diminuito del 40%. rispetto alla settimana precedente, con 2.826 nuovi decessi segnalati.
Il più alto numero di nuovi decessi in valori assoluti è stato segnalato dalla Francia (520 nuovi decessi; <1 morti per 100 000; -35%), Italia (461 nuovi decessi; <1 nuovo decesso ogni 100.000; -25%) e Spagna (346 nuovi decessi; <1 nuovo decesso ogni 100.000; +9%).
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