Un recente studio pubblicato sulla rivista JACC: Heart Failure ha rivelato un nuovo indicatore per la previsione dell’efficacia del trattamento e della prognosi dell’insufficienza cardiaca: il danno al DNA.
Lo scopo dello studio era di indagare l’associazione del danno al DNA nel tessuto miocardico con la risposta al trattamento e la prognosi dell’insufficienza cardiaca.
Gli autori hanno eseguito l’immunocolorazione dei marcatori di danno al DNA, poli(ADP-ribosio) (PAR) e γ-H2A.X, in campioni di biopsia endomiocardica di 175 pazienti con insufficienza cardiaca con frazione di eiezione ridotta (HFrEF) di varie eziologie sottostanti. Hanno calcolato la percentuale di nuclei positivi per ciascun marcatore di danno al DNA (%PAR e %γ-H2A.X). L’obiettivo primario era il rimodellamento inverso del ventricolo sinistro (LVRR) a 1 anno, e l’obiettivo secondario era un composito di morte cardiovascolare, trapianto di cuore e impianto di dispositivo di assistenza ventricolare.
I pazienti che non hanno raggiunto il LVRR dopo l’ottimizzazione delle terapie mediche hanno presentato percentuali significativamente più elevate di %PAR e %γ-H2A.X. L’analisi ROC ha dimostrato una buona performance sia di %PAR che di %γ-H2A.X per la previsione del LVRR (AUC: 0.867 e 0.855, rispettivamente). C’era una correlazione negativa tra la proporzione media di nuclei positivi per il marcatore di danno al DNA e la probabilità di LVRR attraverso diverse malattie sottostanti. Inoltre, i pazienti con %PAR o %γ-H2A.X più elevati hanno avuto più eventi clinici a lungo termine (PAR HR: 1.63 [95% CI: 1.31-2.01]; P < 0.001; γ-H2A.X HR: 1.48 [95% CI: 1.27-1.72]; P < 0.001).
Gli autori concludono che la valutazione del danno al DNA è utile per prevedere l’efficacia del trattamento e la prognosi dei pazienti con insufficienza cardiaca con varie eziologie sottostanti.
Fonte: JACC Heart Fail. 2023
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2213177923006807?via%3Dihub
