Divario tra salute e longevità si allarga a livello globale
Uno studio pubblicato su JAMA Network evidenzia una crescente discrepanza tra la durata della vita (lifespan) e la durata della […]
Osservare come reagisce la pupilla alla luce, ovvero misurare l’entità della costrizione cui va incontro, potrebbe aiutare a prevedere il recupero dalla depressione e a personalizzare il trattamento del disturbo depressivo maggiore attraverso la stimolazione magnetica transcranica (TMS). È quanto emerge da due studi curati dall’Università della California di Los Angeles (UCLA).
La tecnica TMS è sicura e non invasiva; utilizza campi magnetici per stimolare le parti del cervello coinvolte nella regolazione dell’umore. Però, sebbene si sia dimostrata una terapia efficace, non tutti i pazienti ne beneficiano. Per questo disporre di uno strumento in grado di predirne l’efficacia potrebbe consentire ai medici di ricorrere con sicurezza al trattamento.
I ricercatori dell’UCLA hanno scoperto che la risposta della pupilla alla luce prima del trattamento TMS è correlata al miglioramento dei sintomi della depressione nel corso della terapia. La dimensione della pupilla, infatti, riflette l’attivazione del sistema nervoso autonomo, che controlla le funzioni involontarie ed è influenzato negativamente nelle persone con depressione.
Il primo studio, pubblicato dal Journal of Affective Disorders, riporta i risultati ottenuti da 51 pazienti sottoposti a sessioni quotidiane di TMS. I ricercatori hanno evidenziato un’associazione significativa tra ampiezza della costrizione della pupilla dopo esposizione alla luce, prima del trattamento, e miglioramento dei sintomi.
Il secondo studio, apparso su Brain Stimulation, ha confrontato i pazienti trattati per la depressione con due dei protocolli più comuni di TMS. I ricercatori hanno scoperto che le persone con costrizione della pupilla più lenta avevano un miglioramento significativamente maggiore della depressione dopo dieci sessioni di stimolazione intermittente. “Questi risultati suggeriscono che potremmo riuscire, con un semplice test della pupilla, a capire quali pazienti risponderanno con maggiore probabilità alla stimolazione elettromagnetica del cervello per curare la depressione”, conclude Cole Citrenbaum, autore principale di entrambi gli studi
Fonti: Journal of Affective Disorders 2023, Brain Stimulation 2023
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37437737/
https://www.brainstimjrnl.com/article/S1935-861X(23)01931-9/fulltext
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