Divario tra salute e longevità si allarga a livello globale
Uno studio pubblicato su JAMA Network evidenzia una crescente discrepanza tra la durata della vita (lifespan) e la durata della […]
La dieta chetogenica è efficace nel tenere sotto controllo la malattia del rene policistico (PKD). È la conclusione cui è giunto uno studio clinico randomizzato e controllato, guidato da Roman Müller, dell’Università di Colonia, i cui risultati sono stati pubblicati da Cell Reports Medicine.
Per lo studio sono stati presi in considerazione 66 pazienti con malattia del rene policistico e sono stati divisi in modo casuale in tre gruppi: un gruppo di controllo che riceveva un counseling di routine sulla PKD, un secondo che beveva solo acqua per tre giorni al mese (digiuno idrico), e il terzo che seguiva una dieta chetogenica a basso contenuto di carboidrati e ricca di grassi.
I pazienti sono stati monitorati con analisi del sangue e risonanza magnetica per tre mesi.
Alla fine del periodo di studio il team ha osservato che, mentre i pazienti del gruppo di controllo andava incontro alla crescita prevista delle dimensioni dei loro reni, quelli che seguivano la dieta chetogenica facevano registrare la cessazione della crescita degli organi e mostravano una tendenza alla riduzione delle dimensioni. Questo dato – avvertono i ricercatori – non ha però raggiunto la significatività a livello statistico.
Chi seguiva la dieta chetogenica mostrava, inoltre, un miglioramento della funzionalità renale, misurata in base alla concentrazione della proteina cistatina C, che raggiungeva livelli giudicati significativi.
Infine, la dieta chetogenica è stata valutata come ‘altamente fattibile’ da parte dei pazienti dello studio. Tuttavia, come avvertono gli stessi autori, non esiste un tipo di dieta chetogenica adatto a tutti e pazienti con malattia del rene policistico.
“Ora abbiamo la prima prova nell’uomo che alle cisti non ‘piace’ un ambiente in chetosi e che in queste condizioni non riescono a crescere”, conclude Thomas Weimbs, dell’Università della California di Santa Barbara, che ha partecipato allo studio internazionale.
Fonte: Cell Reports Medicine 2023
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