Disturbi ipertensivi della gravidanza: bambini a maggior rischio di ricoveri in unità neonatale

Secondo uno studio pubblicato su BJOG, l’onere dei disturbi ipertensivi della gravidanza materni sui ricoveri dei neonati pretermine tardivi e a termine in unità neonatali è elevato, principalmente a causa di problemi di glicemia e respiro. “Abbiamo cercato di quantificare la prevalenza del disturbo ipertensivo materno della gravidanza (HDP) nelle madri di neonati pretermine e a termine ricoverati nelle unità neonatali e di valutare le opportunità per evitare i ricoveri” afferma Frances Conti-Ramsden, del King’s College London, Regno Unito, che ha diretto il gruppo di lavoro.

I ricercatori hanno portato avanti uno studio retrospettivo basato sulla popolazione in Inghilterra e Galles utilizzando il National Neonatal Research Database, considerando neonati nati ad almeno 34 settimane di gestazione e ricoverati nelle unità neonatali tra il 2012 e il 2020. Gli esperti hanno visto che 16.059 su 136.220 (11,8%) neonati prematuri tardivi (da 34+0 a 36+6 settimane di gestazione) e 14.885 su 284.646 (5,2%) neonati a termine (≥37 settimane di gestazione) sono stati esposti a HDP materno. I motivi primari più comuni per il ricovero di neonati con madri HDP erano malattie respiratorie (28,3%), prematurità (22,7%) e ipoglicemia (16,4%). I neonati con madri HDP avevano maggiori probabilità di essere ricoverati con ipoglicemia primaria rispetto ai neonati le cui madri non avevano HDP. Il 64,5% dei neonati con madri HDP ha ricevuto destrosio per via endovenosa, il 35,7% ventilazione meccanica o non invasiva. Tra i neonati con madri con HDP, 8.260 su 30.944 (26,7%) hanno ricevuto un intervento per la sola ipoglicemia (destrosio endovena) senza altri interventi importanti (supporto respiratorio, nutrizione parenterale, linea centrale, linea arteriosa o trasfusione di sangue). “Ulteriori ricerche potranno determinare se il fatto che la madre assuma un antiipertensivo o alcuni percorsi postnatali possano ridurre i ricoveri in unità neonatali” concludono gli autori.

Fonte: BJOG. 2023

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37337344/

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