Funzionalità cognitiva. L’Infiammazione in giovane età è un fattore di rischio

L’infiammazione in giovane età, associata a obesità, inattività fisica, malattie croniche, stress e fumo, è collegata a ridotte performance cognitive nel corso della mezza età. È quanto evidenzia uno studio – pubblicato da Neurology – condotto da ricercatori dell’Università della California di San Francisco, coordinati da Amber Bahorik.
Il team ha seguito 2.364 adulti che hanno preso parte allo studio CARDIA, che mira a identificare, in giovane età adulta, i fattori che favoriscono le malattie cardiovascolari nei due o tre decenni successivi. I partecipanti avevano un’età compresa tra 18 e 30 anni quando sono entrati nello studio. In un periodo di follow-up di 18 anni, ai partecipanti è stato valutato, per quattro volte, il livello di proteina C-reattiva, che è un marcatore dell’infiammazione. Inoltre sono stati sottoposti a test cognitivi cinque anni dopo l’ultima misurazione della proteina C-reattiva, quando la gran parte di loro aveva tra i 40 e i 50 anni. Circa il 45% presentava un’infiammazione stabile inferiore, mentre il 16% presentava un’infiammazione moderata o crescente e il 39% faceva registrare livelli più alti.
Dai risultati è emerso che solo il 10% dei partecipanti con bassa infiammazione ha ottenuto scarsi risultati nei test di funzionalità cognitiva e memoria, contro rispettivamente il il 21% e il 19% di quelli che avevano livelli di infiammazione moderati o più elevati. Inoltre, quando il team ha aggiustato i risultati in base a fattori quali età, attività fisica e colesterolo totale, le differenze sono state confermate. I partecipanti con i livelli più elevati di infiammazione erano complessivamente caratterizzati da inattività fisica, indice di massa corporea elevato e dipendenza dal fumo.
“L’infiammazione gioca un ruolo significativo nell’invecchiamento cognitivo e può iniziare nella prima età adulta”, spiega l’autrice senior Kristine Yaffe,“Probabilmente esiste un effetto diretto e indiretto dell’infiammazione sulla cognizione”.


Fonte: Neurology 2024

https://www.neurology.org/doi/10.1212/WNL.0000000000209526


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