Divario tra salute e longevità si allarga a livello globale
Uno studio pubblicato su JAMA Network evidenzia una crescente discrepanza tra la durata della vita (lifespan) e la durata della […]
Uno studio canadese – pubblicato da JAMA Network Open – indica che l’incidenza e gravità dell’anoressia nervosa di nuova insorgenza sono aumentate nei bambini e negli adolescenti durante la pandemia di COVID-19.
I ricercatori del Montreal Children’s Hospital – guidati da Holly Agostino – hanno esaminato i dati relativi a 1.883 bambini dai 9 ai 18 anni con nuova diagnosi di anoressia nervosa o anoressia nervosa atipica durante la prima ondata della pandemia di COVID-19, da marzo a novembre 2020, e nei precedenti cinque anni, dal gennaio 2015 al febbraio 2020.
Nei cinque anni prima della pandemia, i tassi di diagnosi di anoressia nervosa e anoressia nervosa atipica hanno variato poco, con una media di 24,5 casi al mese. Poi, durante la prima ondata pandemica, i tassi di nuove diagnosi sono aumentati fino a una media di 40,6 casi al mese.
I ricoveri per anoressia nervosa e anoressia nervosa atipica sono saliti da un tasso medio di 7,5 casi al mese nei cinque anni prima della pandemia a 20,0 casi al mese durante la prima ondata.
“Molti adolescenti con disturbi alimentari possono anche presentare comorbilità, tra cui depressione, ansia e disturbo ossessivo-compulsivo”, afferma Holly Agostino. “Inoltre, un peggioramento dello stato di salute mentale complessivo durante la pandemia potrebbe aver contributo a questo aumento dei casi”.
L’anoressia nervosa e l’anoressia nervosa atipica hanno conosciuto una progressione media di 7,0 mesi durante il periodo di studio pandemico, rispetto a una progressione media di 9,8 mesi durante il quinquennio precedente la pandemia.
Similmente, la perdita di peso media è aumentata dal 17,5% del periodo pre-pandemia al 19,2% durante il periodo pandemico.
I pazienti con anoressia nervosa presentavano anche una più profonda bradicardia durante la pandemia, con una frequenza cardiaca media di 57 battiti al minuto, rispetto ai 63 battiti al minuto nei cinque anni precedenti la pandemia.
Fonte: JAMA Network Open
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