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I risultati di uno studio di randomizzazione mendeliana pubblicato su Endocrinology, Diabetes & Metabolism evidenziano il ruolo protettivo di FT4 e l’effetto potenzialmente dannoso di livelli elevati di FT3 nel disturbo bipolare di tipo 1.
“Diversi studi hanno proposto che gli ormoni tiroidei possano essere coinvolti nell’eziologia dei disturbi bipolari. Noi abbiamo voluto approfondire la questione utilizzando la randomizzazione mendeliana” afferma James Li, della University of Chicago, Chicago, Illinois, USA, primo autore dello studio.
I ricercatori hanno utilizzato un approccio di randomizzazione mendeliana (MR) a due campioni per indagare le relazioni causali tra sei misure dell’ormone tiroideo (TSH, FT4, FT3, TT3, FT3/FT4 e TT3/FT4) e disturbo bipolare, e sottotipi di disturbo bipolare di tipo 1 e 2. Gli esperti hanno estratto i dati di associazione genomica (GWAS) dal ThyroidOmics Consortium, che comprende fino a 271.040 individui di origine europea, per le misure della funzione tiroidea. I dati GWAS sul disturbo bipolare includevano 41.917 casi e 371.549 controlli (25.060 casi di tipo 1 e 6.781 casi di tipo 2). Sono stati applicati metodi ponderati della varianza inversa (IVW) per l’analisi MR primaria, e MR Egger, mediana ponderata e modalità ponderata per la sensibilità. Ulteriori test hanno valutato la pleiotropia orizzontale e l’eterogeneità.
Livelli più elevati di FT4 hanno mostrato un effetto causale protettivo contro il disturbo bipolare, in particolare su quelli di tipo 1. Livelli elevati di FT3 e rapporto FT3/FT4 hanno mostrato effetti dannosi sui disturbi di tipo 1. Le analisi di sensibilità hanno mostrato effetti coerenti, senza pleiotropia orizzontale significativa o eterogeneità. “I nostri risultati evidenziano la necessità di ulteriori ricerche sui livelli di ormone tiroideo come potenziale strategia di trattamento per il disturbo bipolare di tipo 1” concludono gli autori.
Fonte: Endocrinol Diabetes Metab. 2024
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