Chi soffre di reflusso rischia più problemi alla laringe
Secondo uno studio pubblicato su Otolaryngology–Head and Neck Surgery, che ha considerato dati di popolazione e quindi del mondo reale, […]
Tra i pazienti con malattie infiammatorie intestinali, determinati cambiamenti a livello di markers ematologici e biochimici nel sangue sarebbero rilevabili fino a otto anni prima della diagnosi di malattia di Crohn e fino a tre anni prima della diagnosi di colite ulcerosa. A mostrarlo è un team di ricercatori del Francis Crick Institute e dell’Aalborg University di Copenhagen, guidato da Marie Vestergaard, in uno studio pubblicato su Cell Reports Medicine che mostra come sia possibile individuare le malattie infiammatorie intestinali molto tempo prima della comparsa dei sintomi.
Il team ha esaminato dieci anni di risultati di test ottenuti da 12.466 pazienti con malattia di Crohn e 23.533 pazienti con colite ulcerosa, prima della diagnosi, e hanno osservato cambiamenti in una serie di livelli di minerali, cellule del sangue e markers di infiammazione come la calprotectina fecale. Secondo gli autori, comunque, i cambiamenti sono talmente minimi che sarebbero apparsi in un intervallo normale degli esami del sangue e sono stati rilevabili solo grazie all’ampio set di dati analizzati. Il sistema, dunque, secondo i ricercatori va perfezionato per essere utilizzato nella diagnosi precoce e nella prevenzione delle manifestazioni sintomatiche delle IBD.
Fonte: Cell Reports Medicine 2023
https://www.cell.com/cell-reports-medicine/pdfExtended/S2666-3791(23)00440-8
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