La pandemia ha inciso sul rilevamento dell’ipertensione: nelle cartelle cliniche mancano i valori pressori

La registrazione dei valori della pressione arteriosa nelle cartelle cliniche elettroniche utilizzate nelle cure primarie in Canada è diminuita durante la pandemia, molto probabilmente a causa degli alti tassi di visite virtuali, e questo fatto può incidere sul rilevamento e sulla gestione dell’ipertensione nella popolazione, secondo uno studio pubblicato su CJC Open.

“I dati della cartella clinica elettronica (EMR) utilizzata nelle cure primarie possono essere utilizzati per identificare, gestire e sottoporre a screening i casi di ipertensione. Tuttavia, questo approccio si basa sulla completezza e sull’accessibilità dei valori documentati della pressione arteriosa” esordisce Arrani Senthinathan, della University of Toronto, Toronto, Ontario, Canada, che ha guidato il gruppo di lavoro. “Con il passaggio alle cure virtuali dovuto alla pandemia di COVID-19, abbiamo preso l’occasione per valutare la documentazione sulla pressione arteriosa nelle EMR delle cure primarie durante la pandemia” prosegue Senthinathan.

I ricercatori hanno identificato le visite correlate all’ipertensione durante i periodi pre-pandemico (da gennaio 2017 a febbraio 2020) e pandemico (da marzo 2020 a dicembre 2021) da un database EMR di assistenza primaria in Ontario, Canada. Sono stati utilizzati modelli di regressione logistica per analizzare la relazione tra le caratteristiche del medico e del paziente con una variabile di risultato della pressione arteriosa documentata. È stata condotta una revisione di 3.200 visite per ipertensione senza una pressione arteriosa registrata nei campi dati strutturati per determinare se la pressione arteriosa fosse stata registrata nelle note di avanzamento.

Gli esperti hanno trovato che prima della pandemia, nel 75,7% delle visite correlate all’ipertensione (113.966 su 150.511) si aveva la registrazione della pressione arteriosa nella documentazione strutturata, ma anche che questo valore è diminuito significativamente, fino ad arrivare al 36,4% (26.660 su 73.239), durante la pandemia. Per quanto riguarda le visite virtuali, solo il 14,3% (6.357 su 44.572) di queste riportava la registrazione della pressione arteriosa, rispetto al 74,0% (20.056 su 27.089) delle visite di persona. L’analisi dei dati ha rilevato che il 55,9% delle visite per l’ipertensione non presentava valori pressori associati nella documentazione strutturata, ma riportava valori pressori registrati nella nota sui progressi. Gli operatori uomini, rispetto alle operatrici donne, avevano meno probabilità di registrare i valori pressori prima della pandemia e durante la pandemia, sia nelle visite virtuali che in quelle di persona.

Fonte: CJC Open. 2023

https://www.cjcopen.ca/article/S2589-790X(23)00249-4/fulltext

Contenuti simili

I più visti