
Infezioni ospedaliere in neonati sottoposti a ECMO: revisione sistematica e meta-analisi
Per valutare l’impatto delle infezioni acquisite in ospedale (IAO) sulla prognosi dei neonati trattati con ossigenazione extracorporea a membrana (ECMO) […]
Un team dell’Università di Hong Kong, coordinato da Chen Zhiwei, ha identificato uno specifico fattore di trascrizione genica, BRD9, che potrebbe essere alla base della comprensione del fenomeno della latenza del virus HIV-1 nell’organismo. La scoperta è stata pubblicata su The Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS).
Per evidenziare nuovi potenziali bersagli farmacologici, il team ha selezionato 280 candidati da una libreria di composti epigenetici noti per la loro capacità di riattivare l’HIV-1 latente nelle cellule T infette. I risultati hanno individuato un inibitore selettivo di BRD9 – I-BRD9 – come un promettente candidato per l’inversione della latenza dell’HIV-1. In particolare, il team ha dimostrato che I-BRD9 e il suo degradatore inducono, in modo significativo, la riattivazione della latenza dell’HIV-1 in modelli di cellule T infette, isolate da persone con HIV. Inoltre, il team ha osservato un forte effetto sinergico tra l’inibizione combinata di BRD9 e BRD4 nella stimolazione dell’inversione della latenza dell’HIV-1. BRD4 è stato segnalato come uno dei fattori di controllo della latenza di HIV-1 e il suo inibitore, JQ-1, è stato definito come attivatore di latenza di HIV-1. Questi risultati suggeriscono che l’inibizione di BRD9 può essere utilizzata, in sinergia con altri attivatori di latenza, per ottenere un effetto migliore sulla riattivazione dell’HIV-1.
Fonte: PNAS 2025
https://www.pnas.org/doi/10.1073/pnas.2418467122
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