Misurare la pressione arteriosa in ortostatismo dovrebbe essere la routine, in particolare nei normotesi

Una revisione della letteratura pubblicata su Hypertension fa il punto della situazione sull’ipertensione ortostatica, e conclude che la misurazione della pressione arteriosa ortostatica dovrebbe essere inclusa nella pratica clinica di routine, specialmente nelle persone con pressione arteriosa normale. “Il ruolo prognostico e il significato clinico dell’ipertensione ortostatica (OHT) sono rimasti indefiniti a lungo perché i dati erano scarsi e spesso incoerenti” esordisce Paolo Palatini, dell’Università di Padova, autore dello studio. “Negli ultimi anni, si sono accumulate prove sul fatto che l’OHT sia associata a un aumento del rischio di ipertensione mascherata e sostenuta, danno d’organo mediato dall’ipertensione, malattie cardiovascolari e mortalità. La maggior parte delle prove proviene da studi in cui l’OHT è stata definita utilizzando la pressione arteriosa sistolica (PA), mentre la rilevanza clinica dell’OHT diastolica non è ancora chiara” prosegue l’esperto.

Il ricercatore sottolinea che, recentemente, l’American Autonomic Society e la Japanese Society of Hypertension hanno definito l’OHT come un aumento della PA sistolica ortostatica ≥20 mmHg, associato a una PA sistolica di almeno 140 mmHg in posizione eretta.

Tuttavia, anche aumenti minori della pressione arteriosa ortostatica hanno mostrato rilevanza clinica soprattutto nelle persone di età ≤45 anni. Nella revisione si legge anche che un possibile problema nel riscontro dell’OHT è la scarsa riproducibilità. La concordanza dell’OHT è migliore quando l’intervallo tra le valutazioni è più breve, quando l’OHT viene valutata utilizzando un numero maggiore di letture della PA e se viene utilizzata la misurazione della PA domiciliare.

Il documento conclude parlando dei meccanismi patogenetici che portano all’OHT, i quali sono ancora controversi, e possono variare a seconda dell’età.

L’eccessiva attivazione neuroumorale sembra essere il principale fattore determinante negli adulti più giovani, mentre la rigidità vascolare gioca un ruolo più importante negli individui più anziani. È stato riscontrato che le patologie associate a una maggiore attività del sistema nervoso simpatico e/o alla disregolazione baroriflessa, come il diabete, l’ipertensione essenziale e l’invecchiamento, sono spesso associate all’OHT.

Fonte: Hypertension. 2023

https://www.ahajournals.org/doi/10.1161/HYPERTENSIONAHA.123.21537

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