Divario tra salute e longevità si allarga a livello globale
Uno studio pubblicato su JAMA Network evidenzia una crescente discrepanza tra la durata della vita (lifespan) e la durata della […]
La decompressione microvascolare può essere considerata una tecnica chirurgica efficace e sicura per la nevralgia del trigemino, e nei pazienti affetti da sclerosi multipla può essere proposta anche se ci si può aspettare un risultato meno favorevole rispetto ai pazienti con nevralgia classica, secondo uno studio pubblicato su Acta Neurochirurgica. “Abbiamo voluto valutare l’efficacia e il sollievo dal dolore a lungo termine dato dalla decompressione microvascolare (MVD) per la nevralgia del trigemino (TN) tipica, includendo anche i pazienti affetti da sclerosi multipla (SM)” affermano gli autori, guidati da Nicolò Castelli, della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta, Milano.
I ricercatori hanno studiato i dati di 516 pazienti consecutivi, tra cui 32 con sclerosi multipla, che presentavano nevralgia del trigemino e un conflitto neurovascolare diagnosticato alla risonanza magnetica sottoposti a intervento di decompressione microvascolare tra gennaio 2011 e dicembre 2022 nel loro centro. Dieci chirurghi con età ed esperienze diverse hanno eseguito le procedure chirurgiche. Il miglioramento del dolore, il tasso di reintervento e il tasso di complicanze sono stati raccolti e analizzati retrospettivamente. Durante l’intervento chirurgico è stata riscontrata compressione neurovascolare in tutti i casi.
Utilizzando la scala dell’intensità del dolore del Barrow Neurological Institute, un punteggio I è stato ottenuto in 404 pazienti (78,29%), un punteggio II o III è stato ottenuto in 100 casi (19,37%) e un punteggio IV e V in 12 pazienti (2,32%). Nel sottogruppo di pazienti con sclerosi multipla, un punteggio BNI pari a I è stato raggiunto in 21 pazienti (65,62%). Il tasso di recidiva del dolore nella serie è stato del 15,11%. Nelle serie analizzate non si sono verificate né mortalità intraoperatoria né complicanze intraoperatorie maggiori, e il tasso di reintervento è stato del 12,98%. Per i reinterventi sono state utilizzate la termorizotomia, la microcompressione percutanea con palloncino, la radiochirurgia con cyber-coltello o la decompressione microvascolare. “Saranno necessari studi più ampi focalizzati sulla relazione tra sclerosi multipla e compressione neurovascolare per chiarire ulteriormente la situazione” concludono gli autori.
Fonte: Acta Neurochir (Wien). 2023
https://link.springer.com/article/10.1007/s00701-023-05872-4
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