Rigetti ricorrenti e rischio di perdita del trapianto cardiaco pediatrico

Uno studio pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology ha analizzato l’impatto dei rigetti ricorrenti (RR) nei trapianti cardiaci pediatrici, una complicanza associata a un significativo rischio di perdita del trapianto. I dati raccolti tra il 2000 e il 2020 dal database della Pediatric Heart Transplant Society hanno permesso di valutare l’incidenza di questa problematica e le sue conseguenze, come la vasculopatia del graft (CAV) e la perdita del trapianto.

Dall’analisi di 6.342 trapianti cardiaci pediatrici, è emerso che il 17% dei pazienti ha sperimentato almeno due episodi di rigetto (definiti rigetti ricorrenti). Tuttavia, il rischio di RR è diminuito negli anni recenti (2010-2020) rispetto ai primi anni dello studio (2000-2009), probabilmente grazie ai progressi nelle terapie immunosoppressive.

Nonostante la riduzione della prevalenza, i pazienti con RR hanno mostrato una minore sopravvivenza del graft rispetto a quelli con 0 o 1 episodio di rigetto (56,3% contro 72,3% e 82,3%). In particolare, i rigetti misti (cellulari e anticorpo-mediati) e quelli anticorpo-mediati isolati (AMR) hanno comportato una sopravvivenza del graft significativamente inferiore rispetto ai rigetti cellulari isolati (65,3% e 50% contro 81,8%).

L’analisi ha anche evidenziato disparità etniche nei risultati: i bambini afroamericani con RR hanno avuto una sopravvivenza del graft e una libertà dalla CAV inferiori rispetto ai bambini caucasici (P < 0.05). Questo dato sottolinea la necessità di ulteriori studi per comprendere i fattori che contribuiscono a tali differenze e per sviluppare strategie terapeutiche più inclusive.

In conclusione, sebbene l’incidenza dei rigetti ricorrenti sia in calo, essi restano una delle principali minacce al successo dei trapianti cardiaci pediatrici, soprattutto nei casi di rigetti misti o anticorpo-mediati. Questi risultati evidenziano l’importanza di un monitoraggio rigoroso e di approcci terapeutici personalizzati per migliorare la prognosi dei pazienti pediatrici sottoposti a trapianto cardiaco.

Fonte: J Am Coll Cardiol. 2024

https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0735109724081609?via%3Dihub

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